RIPARTE LA CAMPAGNA SI SOSTEGNO ALLO STORICO RIBELLE (EX-BITTO STORICO)

BLOG UFFICIALE DEI RIBELLI DEL BITTO (SOCIETA' VALLI DEL BITTO BENEFIT)
La Società valli del bitto benefit è la forma organizzata, in grado anche di svolgere attività economica a sostegno dei produttori. Sono soci della "Valli del bitto benefit" i sostenitori (con ruoli di finanziatori/collaboratori volontari/consumatori), i produttori, i dipendenti Per associarsi basta acquistare una sola azione dal valore di 150 € per info: 334 332 53 66 info@formaggiobitto.com. Aiutaci anche anche acquistando una forma in dedica o anche solo un pezzo di storico ribelle vai allo shop online

venerdì 17 giugno 2016

Bitto merita promozioni GDO?

I ribelli del bitto sono tali perché dal 1994 sostengono la necessità di mantenere distinto il formaggio degli alpeggi dell'area storica da quello prodotto in tutta la provincia di Sondrio. Dal 2005 anche con metodi "facilitati", ovvero con mangimi e fermenti e senza latte di capra.


Notare la morchia sul piatto della forma e le fessurazioni. Chissà com'era tenuta?

Con questa premessa, e pur con la prospettiva di dover cambiare nome al proprio formaggio, i ribelli del bitto si sentono mortificati a vedere in vendita a prezzo da promozione (14,9€/kg) negli Ipermercati un formaggio chiamato bitto di quasi un anno. 

Ricordiamo che i produttori del metodo storico ricevono per il prodotto fresco un prezzo all'origine di 15/16 € il kg, pari e in qualche caso anche superiore a quello con cui viene venduto al dettaglio il bitto dop in autunno e ora a quello di ben 10-11 mesi di stagionatura in "saldo".

Quello in vendita all'Iperal di Morbegno, la storica città del bitto ( fiume e formaggio), contiene (anche se non si sente) latte di capra e sarebbe quindi più pregiato (anche se per il "disciplinare dop" il latte di capra è "ammesso" al massimo al 10% quale fosse un elemento negativo).





Pare un profondo errore per una Dop di poche decine di migliaia di forme all'anno seguire la strada scivolosa del concedere alla Gdo l'uso di prodotti "tipici" quali "prodotti civetta".  Ma forse le cose non stanno così. Stanno peggio. Ovvero è probabilmente un modo per liberarsi dell'invenduto della scorsa stagione d'alpeggio ora che è iniziata la nuova. E forse, data la qualità, non è neppure un' "offerta" conveniente (provare per credere).

Vi è la possibilità (molto concreta) che si sia tenuto il prodotto che "appesantiva il mercato" in celle a bassa temperatura fermando o rallentando la maturazione (e il calo peso). Sarebbe un ulteriore insulto al bitto, formaggio di gran pregio (prima della Dop) che merita una stagionatura in condizioni tali da consentire ai naturali processi di maturazione di procedere anche per anni. Tenere in cella a 7°C significa che si fa fatica a vendere e/o che si teme che la qualità intrinseca non sia tale da sostenere una (vera) stagionatura oltre l'anno.

Così si depaupera un capitale di reputazione costruito nei secoli. Ma si sa viviamo nell'economia del mordi e fuggi e della furbizia.

lunedì 13 giugno 2016

SI SPACCIANO PER BITTO STORICO

Se si danneggiano i ribelli del bitto si può usare del tutto impropriamente la denominazione "Bitto storico" e illegittimanente quella "Bitto" (e nessuno dice nulla)


Il vero "Bitto storico" non può più chiamarsi "Bitto" per non infrangere le regole di una DOP ingiusta (che ha espropriato i produttori storici di una denominazione secolare). Il triste annuncio verrà dato a giorni anche se chi segue da vicino le vicende travagliatissime del vero bitto sa che, ormai da mesi, le forme non sono più vergate a mano con "Bitto storico" ma solo con "Storico". In attesa di applicare il nuovo nome.

 Fa rabbia vedere che, non più tardi di un mese fa - sfruttando la buona fede di AIS (associazione italiana sommelier) dell'Umbria - è stata organizzata una fantomatica "degustazione verticale di bitto storico". Un fatto veramente sgradevole perché gli amici somellier dell'Umbria avevano conosciuto l'ex bitto storico (quello vero, selezionatissimo e non semplicemente "vecchio") quattro anni fa nel corso di una memorabile degustazione a Terni, e se ne erano appassionati. Erano assolutamente convinti di trovare ancora il bitto storico (vedi qui un post che lo conferma).

La vicenda  - comunque grave - viene descritta nei suoi diversi risvolti da Stefano Mariotti, un giornalista che dal 2003 divulga e sostiene la causa dei ribelli del bitto, nell'articolo uscito oggi su Qualeformaggio . Nel corso dell'evento umbro si è parlato (e scritto) di "Bitto storico" del tutto impropriamente. Si è parlato (e si è fatturato) illegalmente  "Bitto". Un episodio che è solo l'ultimo di una catena. La denominazione "Bitto" è tutelata dalle leggi. Perché se il Consorzio per la salvaguardia del bitto storico ha dovuto rinunciare al nome  "bitto" vi sono commercianti che vendono come "Bitto" un formaggio che non è sottoposto ai controlli della Dop? Il Consorzio CTCB e la Repressione frodi "tutelano" e "reprimono" solo chi non è simpatico alle lobby del potere? 

Per saperne di più, chi sono i personaggi che operano in questo modo, quali sono i precedenti, in che contesto si collocano questi episodi disdicevoli  vai a Qualeformaggio