giovedì 21 luglio 2016

Varenne e lo Storico formaggio ribelle

metafore da una Valtellina fagocitata e ingessata da un modello agroindustriale, espressione del peso di ipertrofici  istituti bancari e di una ipertrofica catena di ipermercati (una Valtellina dove le espressioni di un'economia legata alla vocazione territoriale sono schiacciate)

In un post precedente (vedi comunicato 20.07.16) abbiamo paragonato lo Storico formaggio dei ribelli del bitto al più grande trotter di tutti i tempi: Varenne. . Un paragone impegnativo perché Varenne è non solo il cavallo che ha vinto più montepremi , ma l'unico cavallo nella storia dell'ippica mondiale ad avere vinto il titolo di "cavallo dell'anno" in tre differenti nazioni: Italia 2000, 2001, 2002, Francia 2001, 2002, Stati Uniti 2001. Varenne è anche l'unico trottatore ad avere vinto le corse più importanti del mondo nello stesso anno (2001). Nel 2002 ha chiuso la carriera come corridore con un tour mondiale in cui ha frantumato tutti i record delle piste 

Lo storico formaggio dei ribelli del bitto ha frantumato i record di vendita di un formaggio (eccettuate "particolarità" come il formaggio di latte d'alce). Ma ha anche conquistato il titolo di formaggio più mediatico. Sono molti più gli articoli sugli organi di informazione cartacei e online che le forme prodotte e fa parlare di sé più che formaggi prodotti in milioni di pezzi.
Ronzino, invece (sinonimo di brocco) indica un cavallo di poco pregio. Dall'antico francese (forse) roncin. Ronzinante era la cavalcatura di Don Chiscotte (rocin, in spagnolo). 



Ci vuole altro che Varenne per trainare il pesante carro dell'agroalimentare valtellinese, appesantito dalla scelta di puntare sulla quantità a scapito della qualità nell'illusione che basta l'immagine della montagna o qualche "specchietto per le allodole" per continuare a operare con profitto in un mercato dove la produzione massificata subisce una concorrenza sempre più feroce. 



La Valtellina agroalimentare, in un contesto valligiano caratterizzato dalla presenza di due istituti bancari e di una catena di ipermercati (ovviamente ad essi legata) "fuori taglia" rispetto alle ridotte dimensioni della valle, difficilmente potrà uscire dal modello agroindustriale per dare spazio a produzioni agroartigianali indipendenti. I ribelli del bitto, che si muovono su un piano completamente diverso e del tutto autonomo rispetto alle filiere (commerciali e di potere) rappresentano, oggettivamente, un fatto eversivo. Nessuno può pensare che la guerra contro di loro sia dovuta solo a 1.500 forme di formaggio o solo ad una questione di bitto, di formaggi, di alpeggi. L'establishment vuole la resa dei conti con i ribelli perché teme che il focolaio si estenda, che i tanti (operatori economici, semplici cittadini) che non hanno il coraggio di ribellarsi a un certo "sistema") siano incoraggiati a uscire dalla dipendenza (sudditanza) a certe "filiere", seguendo l'esempio dell' ex bitto storico. 



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