RIPARTE LA CAMPAGNA SI SOSTEGNO ALLO STORICO RIBELLE (EX-BITTO STORICO)

BLOG UFFICIALE DEI RIBELLI DEL BITTO (SOCIETA' VALLI DEL BITTO BENEFIT)
La Società valli del bitto benefit è la forma organizzata, in grado anche di svolgere attività economica a sostegno dei produttori. Sono soci della "Valli del bitto benefit" i sostenitori (con ruoli di finanziatori/collaboratori volontari/consumatori), i produttori, i dipendenti Per associarsi basta acquistare una sola azione dal valore di 150 € per info: 334 332 53 66 info@formaggiobitto.com. Aiutaci anche anche acquistando una forma in dedica o anche solo un pezzo di storico ribelle vai allo shop online

martedì 5 luglio 2011

Decolla l'azionariato popolare per il Bitto storico

Il campo del cibo è uno di quelli dove le scelte di oggi avranno gravi implicazioni per il futuro dell'umanità. Oggi si può agire in diversi modi 'dal basso' per sostenere i sistemi agricoli buoni puliti e giusti. Il Bitto storico fa scuola

Vi spiego perché e come diventare paladini del Bitto storico sottoscrivendo  (vedi info in fondo alla pagina) azioni della società Valli del Bitto, una spa etica che rappresenta il braccio commerciale dei 'ribelli del Bitto'.  La politica è sorda a certi temi? Dimostriamo che la partecipazione attiva, consapevole,  può cambiare le cose e che oggi ci sono altri strumenti (la democrazia del cibo e del coproduttore) per 'fare da noi' senza aspettare (che sia troppo tardi)

Il Bitto storico ha superato indenne una serie di dure prove: i ribaltoni degli amministratori locali (che invece di sostenerlo si sono schierati con le cupole del potere); la messa fuori legge del marchio aggiuntivo (che lo distingueva dal Bitto generico prodotto con mangimi e fermenti liofilizzati); l'anticipo di consistenti capitali per l'arredamento del Santuario del Bitto (la casera di stagionatura); il pagamento anticipato al comune di Gerola di venticinque annualità di canoni di affitto del 'Centro del Bitto storico' (trecento mila euro). Ora può puntare ad una meritata fase di consolidamento e sviluppo della propria attività che ha echi in tutto il mondo.

Un caso unico in Italia di resistenza casearia (e contadina)

Il 'caso Bitto' è legato non solo alle modalità particolari della sua produzione, alla straordinaria capacità di invecchiamento (che non ha uguali in nessun formaggio al mondo) ma, soprattutto alla sua capacità di dimostrare che un'economia morale può 'stare sul mercato'. Meglio di certe economie che hanno voluto piegare, oltre ogni limite ragionevole, anche la realtà montana alla industrializzazione e alla globalizzazione. I grandi caseifici cooperativi vivono di continue sovvenzioni pubbliche e la sbandierata cultura efficientista e produttivista serve a giustificare gli stipendi del manager ma nasconde un sostanziale assistenzialismo. Il Bitto storico, unica realtà in Lombardia, nonostante quello che rappresenta (è il vertice dell'eccellenza casearia lombarda), nonostante gestisca una casera con oltre tremila forme di notevole valore, non riceve alcun sostegno pubblico. Si tratta ovviamente di una discriminazione politica tendente a 'far pagar caro' ai 'ribelli del Bitto' il loro ruolo di scomoda 'spina nel fianco' del sistema delle Dop, di 'pietra dello scandalo' che esso rappresenta decretando, con la sua stessa esistenza, la condanna della politica casearia valtellinese che ha fatto crollare la qualità del Bitto e del Casera (in nome della 'tutela' della Dop).  


Per i ribelli del gusto e del formaggio neanche un euro dalle istituzioni

I 'ribelli del Bitto' non ricevono finanziamenti per pubblicazioni, video, partecipazione a eventi specializzati. Sono reprobi condannati all'inferno istituzionale. Però c'è gente che lavora per loro volontariamente, c'è gente che li invita a importanti eventi. C'è gente che apre il portafoglio. C'è il sostegno di Slow Food ma anche di tante persone di buona volontà. Il Bitto storico quindi ha sin qui retto contro ogni aspettativa ai colpi di maglio del sistema del'ortodossia agroalimentare e istituzionale e ha trova sempre più sostegno (Davide contro Golia). Ora, però, ha bisogno di un sostegno ancora più forte e più vasto. Quest'anno è arrivata la parità di bilancio della società Valli del Bitto trading spa che rappresenta il braccio commerciale dei 'ribelli del Bitto'. È una spa 'anomala', decisamente etica (del resto non ci sono anche le banche etiche?). Nell'Italia delle finte Onlus essa rappresenta un caso sensazionale. La società è presieduta dal presidente dei produttori, i soci sono i produttori stessi e piccoli imprenditori e professionisti - locali e non - che credono nella causa (in solido!). Ora la società - conta quarantatre soci - ha deciso di aprirsi all'azionariato popolare. Si vuole arrivare ad avere centinaia e centinaia di soci titolari anche di una sola azione (centocinquanta euro). La campagna è stata appena avviata ma già 'spontaneamente' stanno pervenendo bonifici - sia pure per piccole cifre - da tutta Italia. Grazie al tam-tam sul web, grazie a facebook, alle armi mediatiche di chi non ha potere ma può contare su un consenso, su una simpatia diffusi.  

Gli obiettivi della campagna

L'obiettivo della campagna è chiaro: si vuole ampliare il capitale sociale per poter acquistare ai produttori maggiori quantitativi di Bitto. Oggi i quattordici alpeggi 'ribelli' vendono a privati la maggior parte delleforme fresche.
La società Valli del Bitto riconosce ai produttori un prezzo etico di sedici euro al kg per il Bitto fresco (a settembre) e sarebbe interesse di entrambi ampliare la quota ritirata dalla società.  Per la società significherebbe poter operare la selezione delle forme destinate all'invecchiamento e al super-invecchiamento su una base più larga. La qualità già mitica del Bitto storico ne verrebbe ulteriormente incrementata. Da qui si svilupperebbero altri progetti come quello dei super cru tendente ad individuare nell'ambito di ciascun alpeggio i pascoli migliori e classificare le forme non solo in base a casaro, alpeggio, annata ma anche in base al determinato pascolo (un po' come le mappe dei super-vigneti per i vini più nobili).  Per fare questo il Bitto storico ha bisogno di trovare azionisti etici, disposti ad investire 150, 300 euro (meglio se  più)  in una causa che ha anche il merito di fare da apripista ad altre realtà. Se il Bitto storico sta in piedi e si rafforza ci sarà speranza per tante altre comunità del cibo. Il futuro è qui. Non nell'agricoltura sovvenzionata dalla mano pubblica (sempre più al verde) ma nell'agricoltura sostenuta dalle comunità, da quello che non è più un consumatore passivo, uno sprecone che si ingozza di cibo di cui non conosce la provenienza, ma da un coproduttore attivo.  Ogni azione in più non rappresenta solo u apporto economico ma anche un forte apporto morale e, diciamolo pure, politico (nel senso più puro del termine). L'invito è quindi a partecipare (secondo le modalità sotto riportate) e a segnalare agli amici la campagna.

Modulo da copiare e incollare e da inviare via email dopo aver effettuato il bonifico a:   info@formaggiobitto.com  
(potete allegare la ricevuta del bonifico, ma non è indispensabile)
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AUMENTO DI CAPITALE A SOSTEGNO DEL BITTO STORICO

VENUTO A CONOSCENZA CHE LA SOCIETA’ VALLI DEL BITTO TRADING SPA CON SEDE IN  VIA NAZIONALE , 31 23010 GEROLA ALTA (SO) HA DELIBERATO DI VOLER AUMENTARE IL CAPITALE SOCIALE

IL SOTTOSCRITTO…………………………………..................NATO A……………...............…..............
IL…………............ RESIDENTE  IN ……………………....................VIA……………....................……..
C.F…………………..................…  TEL…………….............……EMAIL……...................…………………

A CONOSCENZA CHE L’ATTUALE VALORE DI OGNI AZIONE E’ DI € 150,00
CHIEDE  DI POTER  SOTTOSCRIVERE  N°……….. AZIONI  
PER UN TOTALE DI  € …………….........DICOSI  € ……………..........................................…………

BANCA DI APPOGGIO CREDITO VALTELLINESE AGENZIA MORBEGNO
IBAN    IT50  H 05216  52230  0000  0000  4681

DICITURA PER LA BANCA:   VERSAMENTO PER SOTTOSCRIZIONE N° ……. AZIONI 
SOCIETA’ VALLI DEL BITTO TRADING SPA SEDE GEROLA ALTA 
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info:    info@formaggiobitto.com -  PAOLO CIAPPARELLI 334 332 53 66 (presidente)



lunedì 4 luglio 2011

Bitto: se non è un ribaltone questo...

Pubblichiamo gli estratti del verbale del consiglio straordinario della soc. Valli del Bitto trading, il braccio commerciale del Bitto storico, che documentano il tentativo del sindaco di Gerola, già schierato con i ribelli, di affossare la loro causa

Gli estretti dei documenti che pubblichiamo creano, finalmente, un po' di chiarezza nella guerra del Bitto. Il sindaco di Gerola altaFabio Acquistapace a settembre 2010 si era offeso per le accuse di voler svendere la causa del Bitto storico che gli erano state mosse dai produttori storici in occasione della Sagra del Bitto. Alla luce di quanto emerge dalla lettura dei documenti che proponiamo alla lettura si confermerebbe, invece, un vero e proprio 'ribaltone' da parte del sindaco Acquistapace.

Forme invecchiate di Bitto storico nel Sancta Sanctorum

I precedenti

Cosa era successo alla Sagra del Bitto? Il venerdì, due giorni prima della Sagra,  appariva sulla stampa locale un annuncio clamoroso. "Pace fatta per il Bitto, fine ad una guerra più che decennale". Chi  proclamava questa lieta novella era Patrizio Del Nero, ex sindaco  del comune di Albaredo, presidente del consiglio provinciale (sino a questa primavera quando è stato sfiduciato) tutt'oggi direttore del Distretto agroalimentare (cui fa capo il Consorzio 'ufficiale' del Bitto, il C.t.c.b.). I produttori del Bitto storico saltavano sulla sedia perché non ne sapevano nulla e, nonostante le smentite di Acquistapace, hanno subito pensato di essere stati 'venduti' (sulla base di accordi in Comunità Montana) dal sindaco di Gerola alta. La presenza alla Sagra di amministratori del comune di Albaredo (prima schierato con il Bitto storico, poi dal 2005 con il C.t.c.b.) e di alcuni casari-alpeggiatori che avevano 'disertato' dall'Associazione Produttori Valli del Bitto per restare nel Consorzio ufficiale, non poteva avvalorare i peggiori sospetti. Di conseguenza, al fine di fornire un segnale al sindaco e all'establishment, i produttori si rifiutarono di ritirare i tradizionali premi ad essi riservati in occasione della sagra. Uno 'sgarro' alle istituzioni e una pessima figura per il sindaco perché a consegnare i premi c'era il presidente della provincia, il leghista Sartori, estraneo alle manovre in atto.

Bitto storico a Milano ai Mercati della Terra di Slow Food

Il primo 'ribaltone del Bitto'

Va ricordato  che Patrizio Del Nero aveva deciso di staccarsi dall'Associazione Produttori Valli del Bitto, lanciando anche pesanti accuse contro Slow Food, sulla base di una precisa strategia. Il suo  'riposizionamento' a fianco dell'establishment imprenditorial-politico valligiano  è coinciso con l'apertura della Latteria Alpi del Bittoad Albaredo, una struttura nuova di proprietà della Comunità Montana data - dal comune -  in gestione alla Latteria sociale Valtellina di Delebio. Quest'ultima è  la principale latteria industriale sondriese, azionista di riferimento del C.t.c.b. e 'cervello' del settore caseario provinciale. Per aprire la nuova latteria è stata chiusa la vecchia latteria turnaria del paese (peraltro appena messa a norma con investimenti non indifferenti) dove conferivano il latte i contadini ed è stato anche licenziato il casaro. Oggi Patrizio del Nero, politico di carriera, tanto che ha fatto in tempo ad essere segretario della federazione provinciale del P.C.I., è direttore, come già osservato, del Distretto agroalimentare provinciale, un 'giocattolo' che gestisce, progetti per sedici milioni di euro. Sotto la 'cappella' del Distretto ci sono i vari Consorzi delle Dop e Igp e affini tra cui il C.t.c.b. . Quanto ai due 'disertori' basti essi utilizzano con contratto di affitto gli alpeggi di proprietà comunale (e non c'è bisogno di aggiungere altro).

Paolo Ciapparelli in azione nel Santuario del Bitto

C'eravamo tanto odiati

Dopo lo 'strappo' tra i produttori storici e il C.t.c.b. tra i due comuni di Albaredo (dalla parte del C.t.c.b. e delle 'istituzioni') e di Gerola (dalla parte del Bitto storico) sono volati gli stracci. Quelli di Albaredo sono arrivati a definire 'Luna Park' e 'cattedrale nel deserto' il Centro del Bitto storico, una struttura unica nel suo genere che sta divenedo meta di 'pellegrinaggi del gusto' (e del cibo buono, pulito e giusto) da ogni dove.  Quanto a Gerola, sino al settembre dello scorso anno, non si sono perse occasioni da parte del sindaco e dell'amministrazione comunale per ribattere colpo su colpo (vedi il box 'c'eravamo tanto odiati nella colonna a sinistra con i link ad alcuni documenti). Il sindaco e l'amministrazione tutta di gerona non hanno mancato di proclamare il sostegno alla causa del Bitto storico attraverso convegni, ordini del giorno ufficiali, comunicati e interventi sui media. Tanto che le sanzioni dell'Ufficio repressioni frodi del Mistero sono sate bollate in un Odg del consiglio comunale: ennesimo atto di indimidazione e prevaricazione avvenuto questa volta per mano pubblica".

Da sinistra: io, il sindaco di Gerola, Paolo Ciapparelli e Piero Sardo al convegno a sostegno del Bitto storico vittima della repressione (novembre 2009). Altri tempi

Antefatti ambigui

Il 'riposizionamento' del sindaco di Gerola, che segue di sei anni quello del collega di Albaredo è stato un fulmine a ciel sereno? Per nulla. Che l'atteggiamento non fosse dei più limpidi lo si era capito da tempo. A cavallo tra il 2009 e il 2010, dopo le famose sanzioni contro i produttori storici, il sindaco Acquistapace aveva fortemente caldeggiato una trattativa con Emanuele Bertolini, presidente della Camera di Commercio di Sondrio.   La trattativa era finita in nulla perché la proposta aveva assunto contorni ambigui: si discettava di una 'iniezione' di consistenti finanziamenti nel Centro del Bitto storico (si ventilavano svariate centinaia di migliaia di euro) in cambio di un controllo di fatto sulla gestione da parte della Camera.  La proposta è stata sdegnosamente rigettata dai soci della Valli del Bitto Trading (il braccio comemrciale dei ribelli del Bitto) che, fortunatamente, con un contratto d'affitto venticinquennale (che ha comportato l'esborso di 300.000 €)  hanno saldamente in mano la gestione del Centro del Bitto storico. Quello che non riescono a capire gli esponenti della casta imprenditorial-istituzionale locale è che possa esistere una società per azioni etica. Per quale motivo dovrebbero 'vendersi' azionisti che investono un piccolo capitale per sostenere una causa 'buona, pulita e giusta"?  

Paolo Ciapparelli e Francesco Maroni (Branzi) suggellano l'intesa 'orobica'

Il sindaco di Gerola va all'attacco

Ma la lezione non è stata sufficiente e così si è esposto anche il sindaco Acquistapace. Solo che lui, a differenza di Bertolini, di soldi non li ha e il suo goffo tentativo di affondare la causa del Bitto storico si è basato solo sul richiamo alle difficoltà economiche (peraltro in via di sduperamento) della Valli del Bitto trading, facendo leva sul timore di una perdita del capitale. Ma anche questa volta i soci hanno rispedito al mittente le offerte 'indecenti'.
E lui, il sindaco, è finito nel girone dei 'ribaltonisti del Bitto', all'ombra di Patrizio Del Nero

Di seguito un estratto dal verbale del consiglio di amministrazione della Valli del Bitto trading spa riuntosi a Forcola (loc. La brace) il 21 aprile 2011 convocato su richiesta di Fabio Acquistapace, sindaco di Gerola alta (azionista), Daniele Acquistapace (consigliere), Attilio Manni (consigliere) presenti oltre ai richiedenti la convocazione Paolo Ciapparelli (presidente), Virginio Cappaneo (consigliere), Claudio Cremaschi (consigliere), Gabriella Colli (consigliere), Salvatore Conti (consigliere), Adriano Redaelli (azionista), Gianni Mariani (collaboratore), Segretario Sig. Gianni Mariani)

"Prende la parola il presidente Ciapparelli che segnala che la riunione è stata convocata urgentemente in quanto richiesta per gravi motivi sul futuro della società da parte del sindaco di Gerola, l ’azionista Acquistapace Fabio.  L'azionista Acquistapace Fabio contesta l’operato del presidente, a suo avviso penalizzante per il futuro della società. Sostanzialmente contesta una gestione personale che non informa il consiglio di amministrazione. Il presidente viene accusato di inaffidabilità, e bilancio preventivo alla mano, di gestione economica sbagliata. Propone quindi la sfiducia del presidente con la nomina del consigliere Manni in sua sostituzione. Indica un cambiamento di rotta a 360 gradi nei rapporti società e  istituzioni così sintetizzato: rientro nel Ctcb da parte del Consorzio bitto storico e conseguente adesione al Multiconsorzio [oggi Distretto agroalimentare, sempre con direttore Patrizio Del Nero n.d.r.].
questa posizione,per sua dichiarazione,garantirebbe i fondi necessari promessi dalle istituzioni per pagare e promuovere il centro del bitto storico. il consigliere Acquistapace Daniele [fratello del sindaco n.d.r]. rincara le accuse contestando la gestione del presidente Ciapparelli. (omissis).
Il consigliere Colli Gabriella dichiara di essere scandalizzata dalla proposta presentata dall’azionista Acquistapace Fabio che definisce indecente e lesiva del principio che l'aveva convinta a difendere la causa del Bitto storico. Il consigliere Cattaneo Virginio si dichiara profondamente amareggiato per le accuse nei riguardi del presidente.  Ricorda che l'operato di Ciapparelli ha dato alla società una visibilità internazionale. Ricorda inoltre che l'accusa di inaffidabilita mossa dal sindaco di Gerola sia talmente infondata in quanto la società si regge proprio sulla garanzia che la figura di Ciapparelli rappresenta.  Il consigliere Caramaschi si dichiara amareggiato dell’astio verbale nei riguardi dell’operato della società che il presidente rappresenta. Ricorda che i dati economici di previsione sono sempre stati puntualmente anticipati dal presidente che mai ha nascosto le difficoltà economiche che questa operazione comporta. (omissis).
Prende la parola l’azionista Redaelli [utilizzando le] testuali parole: "Oggi è il giovedì santo, se avessimo avuto intenzione di venderci per trenta denari, non avremmo avuto bisogno dell’offerta fatta dal sindaco di Gerola. L'avremmo fatto da soli”. Si dice inoltre offeso dall’accusa di inaffidabilità dal punto di vista economico in quanto l’esperienza dei presenti tutti coinvolti e informati sulla gestione sia in sede preventiva che consuntiva, viene messa in discussione dal sindaco di Gerola che quasi quasi li fa passare per sprovveduti.
A fronte di una netta presa di posizione della maggioranza dei consiglieri presenti,il sindaco di Gerola ritira la proposta e dichiara che non si presenterà in assemblea della società prevista per il giorno otto maggio con una mozione di sfiducia".

Il Bitto storico  'oscurato' dalla repressione dei carabinieri del gusto

Epilogo

Gerola, che ha l'onore di ospitare il Centro del Bitto storico  dovrebbe essere grata ai 'ribelli del Bitto' per la fama che la loro vicenda e la straordinaria realtà del Santuario del Bitto (come è ormai conosciuto il Centro) catalizzano sul paese. Invece ...
Invece su una politica lungimirante a favore del territorio prevalgono anche a Gerola le logiche politiche di corto respiro, le alleanze in Comunità Montana, la fame di 'finanzamenti' per opere e iniziative di cui - più che la reale utilità - importa la pronta disponibilità in cassa.