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giovedì 4 aprile 2013

Gli orsi trentini minacciano la capra Orobica e il Bitto storico

Gli orsi sulle Orobie una minacca per la capra Orobica e il Bitto storico


(04.03.13)  A Premana un orso "immortalato" a saccheggiare gli alveari. Capre predate nelle valli del Bitto


Nelle Orobie, tra Valtellina, alto lecchese e valli bergamasche con il solito giubilo dei fan dell'orso e con la crescente preoccupazione di pastori e allevatori si aggirano più orsi. Nelle scorse settimane si è parlato di 4 plantigradi. Nelle Valli del Bitto alcune capre ci hanno già rimesso la pelle (ma quelli sono animali "umili", chissenefrega, chissenefrega se sono di una razza a rischio di estinzione, tanto quella è biodiversità contadina, di serie B).
L'orso è animale nobile e i quaquaraqua piccolo borghesi in pantofole vanno in orgasmo solo al pensero che lui lassù è fiero... e libero, sbrana come gli pare e i servi della bleba non possono osare toccarlo (come in illo tempore). Intanto la montagna paga, pagano i pastori, gli allevatori , i contadini. Un ambientalismo "di classe"..
In val Varrone l'orso è arrivato proveniente probabilmente dalla Val Gerola dove ha svernato; prima è stato midentificato attraverso delle impronte sulla neve, poi è stato per tre notti di seguito "catturato" dalle fototrappole. Ha saccheggiato delle arnie. Che nella foto si vedono senza protezione con l'orso che passeggia a fianco. Quindi qualcuno (LIFE ARCTOS, la Regione, la Provincia) ha deliberatamente usato le arnie stesse come esche per la smania di documentare la presenza dell'orso e poter giubilare per essa e giustificare i soldoni di LIFE ARCTOS all'epoca delle crisi, soldi spesi per rendere ancora più dura la vita di chi produce cibo sano. Un comportamenento etico? No. Ma è la reintroduzione artificiale dei grandi predatori contro la volontà delle popolazioni (in Trentino la maggioranza non vuole più gli orsi) ch non è etica.
Le arnie di Premana sono un po' triste la metafora di quello che sta accadendo all'agricoltura sana di pastori e contadini assediata da una wilderness da circo (gli orsi reintrodotti dalla Slovenia per "fare spettacolo") e dai veleni dell'agroindustria. Le api distrutte dai neonicotinoidi di Syngenta e Bayer da una parte, dagli orsi "telecomandati" protagonisti di una reintroduzione artificiale dall'altra. I poteri forti giocano con la finta ecologia per portare avanti la distruzione dell'agricoltura ( la loro è agriusura, non agricultura che rispetta, onora e rende culto alla madre terra) e della biodiversità.
Ma non ci sono in ballo solo le api. La dittatura agroindustriale non è riuscita a omologare il Bitto storico che si produce sugli alpeggi delle Orobie con latte di capra Orobica. I ribelli del Bitto continuano a produrlo come una volta, senza fermenti industriali, con latte di capra, mungendo a mano. Non sono bastate le multe del Ministero e l'accanimento delle istituzioni, Regione Lombardia in testa. Ora il sistema gioca un'altra carta subdola: orsi e lupi. Controllare tutto il giorno le capre sui ripidi pascoli orobici è impossibile. Al massimo si può ricoverarle di notte ma non è sufficiente. Impossibile pensare a cani di protezione in un terreno così accidentato e con la gran presenza di turisti.
 Con i grandi predatori la capra Orobica è destinata all'estinzione perché il suo significato è legato al pascolo estensivo, su per i bricchi a nutrirsi su pascoli più impervi di quelli dei bovini. I piccoli greggi non giustificano la presenza di un pastore che le possa seguire tutto il giorno anche perché sarebbe difficile seguirle sulle sponde e le creste che frequentano. L'estinzione della capra Orobica condannerebbe il Bitto storico, che ad essa è intimamente legato. Con grande giubilo delle istituzioni pronte a finanziare generosamente con i vari LIFE URSUS e LIFE ARCTOS la reintroduzione dell'orso e del sistema agroalimentare industriale che si affidano ora zanne e gli artigli degli orsi per piegare il fastidioso "formaggio ribelle".