RibellidelBitto

Cronache di un gruppo ribelle di produttori agricoli di montagna. E dei loro sostenitori- coproduttori . Davide non si arrende a Golia (lobby agroindustriale foraggiata dal denaro pubblico)

RIPARTE LA CAMPAGNA SI SOSTEGNO ALLO STORICO RIBELLE (EX-BITTO STORICO)

BLOG UFFICIALE DEI RIBELLI DEL BITTO (SOCIETA' VALLI DEL BITTO BENEFIT)
La Società valli del bitto benefit è la forma organizzata, in grado anche di svolgere attività economica a sostegno dei produttori. Sono soci della "Valli del bitto benefit" i sostenitori (con ruoli di finanziatori/collaboratori volontari/consumatori), i produttori, i dipendenti Per associarsi basta acquistare una sola azione dal valore di 150 € per info: 334 332 53 66 info@formaggiobitto.com. Aiutaci anche anche acquistando una forma in dedica o anche solo un pezzo di storico ribelle vai allo shop online
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sabato 21 marzo 2015

Serata con Bitto storico a Corna Imagna

Appuntamento il 27 marzo all'Antica Locanda Roncaglia di Corna Imagna (Bg)

Parte da Corna Imagna la Via dei formaggi Principi delle Orobie. Con una serata gastronomica strettamente a tema e ospite d'onore il bitto storico (anche cucinato)

Stracchino antica  e Antica locanda Roncaglia di Cora Imagna con Bitto storico e Centro del bitto di Gerola alta stabiliscono il punto di partenza e di arrivo (o viceversa) di quella Via dei principi delle Orobie che si sta costruendo come realtà unica di percorso gastronomico tra pascoli, rifugi, caseifici, alpeggi e locande. Una proposta per immergersi nel paesaggio della civiltà dei formaggi orobici


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domenica 7 dicembre 2014

Percorsi formaggi orobici N.1

(07.12.14) Una prima proposta di circuito dei formaggi orobici che si articola in due circuiti più brevi ma consente anche un collegamento caseario tra stracchino e bitto storico partendo da Corna Imagna per arrivare a Gerola alta

Una via dei formaggi orobici  

attraverso valli e alpeggi


di Michele Corti
Le vie dei formaggi orobici prendono forma. Presentiamo un percorso "ad 8" (per sviluppare due anelli più piccoli o un unico grande circuito) che si snoda lungo la dorsale orobica occidentale tra tre provincie interessando:
  • Sette valli: Valle Imagna, Val Taleggio, Valtorta, Valle di Averara, Valle del Bitto di Gerola, Valvarrone, Val Biandino;
  • Otto formaggi: Strachitunt (Caseificio Sant'Antonio di Vedeseta fraz. Regetto e Alpe Campelli ai Piani di Artavaggio); Stracchino della Valsassina (Alpe Biandino, Colmine di San Pietro, Alpe Maesimo), Formaggio d'alpe dei Piani di Bobbio, Formai de Mut (Alpe Camisolo,Alpe Inferno, Caseificio di Valtorta), Stracchino all'antica delle valli orobiche (Caseificio Tesoro della Bruna di Corna Imagna, Osvaldo Locatelli di Corna Imagna, Caseificio Sant'Antonio di Vedeseta, Pasquina Rota di Brumano. Martino Rota di Brumano), Agrì di Valtorta (Caseificio Valtorta), Bitto storico (Alpe Pescegallo Foppe, Alpe Trona Soliva, Alpe Varrone, Alpe Valvedrano), Formagì di capra Orobica (Alpe Artino), Roviöla di capra (Alpe Inferno).
  • Venti rifugi, un agriturismo d'alpe, tredici alpeggi, sette alberghi (vedi nella mappa).

Grazie al gran numero di rifugi e di alberghi lungo il percorso è possibile programmare in modo flessibile "personalizzato" le tappe. Alcune trattorie forniscono, insieme agli alberghi, locande, agriturismi e ai rifugi un'ulteriore possibilità di ristoro (una a Corna imagna, una a Morterone, una alla Colmine di San Pietro). Sono poi possibili delle deviazioni che consentono di ampliare le possibilità di tappa (si può scendere ad Ornica dove è in esercizio l'Albergo diffuso).
L'anello meridionale è percorribile da maggio a fine ottobre, quello settentrionale da giugno a inizio ottobre (ad ottobre alcuni rifugi chiudono o restano aperti solo durante i week-end).
Numerosi sono i punti di interesse storico: tre chiese e santuari (Santuario Madonna della Neve a Biandino, legato alla storia dei bergamini, Santuario Madonna della Salzana di Taleggio, Chiesa di San Pietro al passo della Colmine, anch'essa legata ai bergamini in quanto "parrocchia transumante".  In Val Varrone e nei pressi del Rifugio Grassi vi sono le vecchie miniere di ferro, alla Bocchetta di Trona i resti del Rifugio San Pio X distrutto a causa degli eventi bellici e un fortino della "Linea Cadorna".
Pur rappresentando Corma Imagna e Gerola alta i due "capolinea" del percorso ci si può inserire in esso anche in altri punti: dalla Valsassina (Introbio e Biandino), da Premana, da Valtorta, da Brumano, da Fuipiano.
Sulla base di questa idea il percvorso va strutturato con l'apporto degli operatori direttamente interessati (rifugi, alberghi, caseifici, alpeggiatori) e dei tanti appassionati di montagna e di buoni formaggi di montagna. La costruzione del percorso può provcedere attraverso l'apporto di tante informazioni geolocalizzate che chi conosce particolarmente bene i "suoi" sentieri può meglio di ogni altro indicare. Da questo punto di vista chiedo ai lettori a vario titolo interessati interessati di interagire alla costruzione del percoso inviando waypoints, tracce (anche gpx), fotografie localizzate, piccole schede relative a manufatti, fatti storici, leggende ecc. Chi formurà utili elementi sarà citato tra i "progettisti" del percorso.
APRI LA MAPPA




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martedì 2 dicembre 2014

Orobieways: una montagna di alpeggi e di formaggi

Pubblicato da Michele Corti alle 14:54 Nessun commento:
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giovedì 9 ottobre 2014

Programma Festival pastoralismo con i Principi delle Orobie a Bergamo

25 OTTOBRE 2014 – 6 GENNAIO 2015

MOSTRA – Sala Viscontea dell'Orto botanico, Passaggio Torre d'Adalberto (Cittadella). Ingresso gratuito
PAESAGGI SONORI D’ALPEGGIO
  1. Strumenti da suono e musica del mondo agro-pastorale
  2. Il coltello bergamasco da pastore
  3. La biodiversità vegetale*
a cura di prof. Mocchi, etnomusicologo, dott. Rinaldi, Direttore Orto Botanico Lorenzo Rota e arch. Patrizia Berera.
* la visita all’orto botanico è l’occasione per vedere rievocati gli habitat montano-alpini nelle aiuole permanenti del settore dedicato alle piante autoctone (vai alla mappa)

VENERDÌ 24 OTTOBRE 2014

9.00 – 12.00 TRANSUMANZA da Porta San Lorenzo lungo le mura fino ad Astino, con documentazione audiovisiva (vedi i dettagli)
14,30 TOSATURA ad Astino
20,30 FILM Sopra la panca la capra campa di Michelangelo Gandolfi, (Svizzera, 2013, 52’, colore). Sala Curò, P.za Cittadella. Ingresso gratuito
Musici itineranti: i Brembaghét

SABATO 25 OTTOBRE 2014

h 15.00-18,30 CONVEGNO – Sala Curò, Piazza Cittadella
PASTORI: NUOVE FRONTIERE E ANTICHI PADRI
  • Michele CORTI, docente di zootecnia montana, Università di Milano, BERGAMINI
  • Anna CARISSONI, scrittrice, La vita dei pastori bergamaschi (ieri e oggi); presentazione del costume dei pastori di Parre in versione maschile e femminils
  • Roberta PINI, ricercatrice CNR, La registrazione paleobotanica di laghi e torbiere come fonte di informazione sulla preistoria degli alpeggi alpini e bergamaschi
  • Gabriele RINALDI, direttore Orto Botanico di Bergamo, Pastoralismo e biodiversità
  • Intermezzo musicale. Brani di tradizione con baghét, campanine, sivlì
  • Stefania CASINI, direttrice Museo Archeologico di Bergamo e Sara BASSI, archeologa, Arte dei pastori a carona ed economia negli alpeggi
  • Silvia TROPEA MONTAGNOSI, giornalista, La pecora bergamasca nella cucina di tradizione
  • Claudio VISENTIN, Direttore Fondazione Bergamo nella Storia, Viaggio sulle orme dei pastori- la transumanza nel turismo contemporaneo
  • Giovanni MOCCHI, etnomusicologo e Valter BIELLA, liutaio, esperto di musiche e strumenti etnici Tre inediti in area orobica: flauto in osso, corno pastorale e campane da pascolo di epoca romana
18,00 inaugurazione MOSTRA PAESAGGI SONORI D’ALPEGGIO. Sala Viscontea, P.zza Cittadella.
19,00 ASSAGGI GASTRONOMICI A TEMA a cura di Slow Cooking. Sala Viscontea
20.30 FILM L’ultimo pastore di Marco Bonfanti, (Italia, 2012, 81’, colore). Sala Curò. Ingresso gratuito.
Musica e rituali: gli Urghenì, i Samadur, la Scasada del Zenerù di Valcanale e Ardesio

DOMENICA 26 OTTOBRE 2014

MERCATINO IN PIAZZA CITTADELLA  Artigianato alpino del legno, della pietra, dei formaggi storici delle Orobie.
10,00  – Sala capitolare del Convento di San Francesco, Piazza mercato del fieno –Presentazione del libro  La civiltà dei bergamini
10,30 – Sala capitolare del Convento di San Francesco, Piazza mercato del fieno
CONVEGNO: I FORMAGGI STORICI OROBICI: legame territoriale come presupposto di eccellenza
  • Giulio SIGNORELLI, Slow Food Bergamo, L’arte di stagionare i formaggi
  • Marco Fustinoni, Slow Food Valli Orobiche, L’Esperienza di un produttore di un piccolo presidio di slow food
  • Antonio CARMINATI, direttore Centro Studi Valle Imagna, Lo stracchino all’antica come bene culturale di una comunità
  • Grazia MERCALLI, Onaf Bergamo, Il piacere del formaggio
  • Michele CORTI, Università di Milano. I formaggi principi delle Orobie, esperienza virtuosa di rete rurale
12,30 Degustazione di Cuz e polenta (a cura Pro Loco Corteno)
15,00 ATTIVITÀ LABORATORIALI
16,30 DEGUSTAZIONI GUIDATE DI FORMAGGI a cura di Slow Food Bergamo, Slow Food Valli Orobiche e di Onaf Bergamo
16,00 FILM Olga e il tempo (parte prima) di Emanuele Cecconello (Italia, B/N, 57’). Sala Curò. Ingresso gratuito
Musica e rituali: la Banda dei Sivlì della valle Imagna, gli Algher de dossena, Maridà le püte di Saviore dell’Adamello e Pisaége di Valle di Saviore

NOVEMBRE – DICEMBRE

Presentazione libri, concerti, conferenze, visite guidate alle mostre, laboratori didattici per le scuole
Pubblicato da Michele Corti alle 11:26 Nessun commento:
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Etichette: Bergamo, Pastoralismo, principi delle Orobie

lunedì 3 marzo 2014

Siglato il patto fondativo tra i Principi delle Orobie

(02.03.14) Il 20 febbraio i soggetti promotori dell'intesa tra i FPO "Formaggi Principi delle Orobie" hanno siglato un documento costitutivo della ATI (Associazione Temporanea di Imprese)  FPO

Siglato il patto fondativo tra i Principi delle Orobie


di Michele Corti

In un documento sottoscritto al termine di una riunione tenutasi a S.Pellegrino Terme il 20 febbraio scorso i soggetti proponenti hanno ufficializzato gli obiettivi e le modalità di azione dei FPO (Formaggi Principi delle Orobie) e si sono indicati tutti gli aspetti rilevanti che dovranno essere posti a base dello statuto. C'è la volontà di costituire una rete di imprese ma anche di promuovere una più vasta rete con obiettivi di promozione territoriale


A trainare la cordata dei FPO è un nucleo di imprese: Latteria Sociale di Branzi (Bg), Latteria Sociale di Valtorta (Bg), Casarrigoni srl di Taleggio (Bg), Società agricola Locatelli Guglielmo e c. di Vedeseta (Bg) Soc. Coop S.Antonio in Val Taleggio di Vedeseta (Bg), Az. Agrituristica Quarteroni Ferdinando di lenna (Bg), Soc Bitto Trading spa di Gerola alta (So). Il consorzio di tutela del Formai de Mut e l'Associazione produttori dello stracchino all'antica, che hanno partecipato a tutte le riunioni preliminari e confermato la loro volontà di partecipazione al progetto FPO, sottoscriveranno in un secondo momento l'adesione dovendo, in quanto organismi associativi, svolgere i necessari adempimenti.
Il percorso dei FPO è indicativo delle "difficoltà fisiologiche" che la crazione di reti incontra nella realtà economico-sociale (italiana e della montagna in particolare). Anche in presenza di forti volontà i tempi per sviluppare collaborazione e progetti comuni sono lenti, almeno relativamente alle esigenze di una società e di mercati in rapida trasformazione. Oltre ad aspetti formali e burocratici pesa una cultura che non favorisce l'apertura e la collaborazione.
In positivo, però, va osservato che il quadro di collaborazione definito dai soggetti che hanno dato vita alla ATI FPO è molto avanzato. Se è stato necessario molto tempo per arrivare ad una formalizzazione è anche vero che questa definisce un livello di collaborazione molto impegnativo, molto avanzato, in sintonia con le dinamiche attuali. 
 
Un'intesa che guarda lontano

I FPO hanno ben presente che la cooperazione tra aziende non può essere limitata solo ad ottenere una maggiore visibilità, alla elaborazione di strategie di promozione non accessibili alle singole aziende. Sono ben consapevoli che le loro produzioni possono usufruire di un vantaggio legato ad una ben precisa connotazione territoriale che veicola valenze positive. I FPO pertanto guardano oltre la mera promozione commerciale e puntano ad operare insieme per la:

valorizzazione dell'identità dei prodotti e dei produttori, oltre alla maggiore divulgazione della conoscenza delle tradizioni montane e con esse la diffusione di una consapevolezza sull'importanza del loro mantenimento al fine di proteggere un ambiente\paesaggio, una cultura e l'economia agricola alpina.

Pur dal punto di vista di imprese private i FPO si rendono conto che l'economia casearia delle Terre Alte non può essere sostenibile senza il mantenimento di un tessuto di piccole aziende agrozootecniche. Di qui il proposito di costituire anche un  "osservatorio dell'agricoltura di montagna e di farsi portavoce della potenzialità del territorio".  Ma sostenere l'economia agricola montana significa sviluppare in modo integrato, in rete con gli operatori culturali, turistici e istituzionali le potenzialità del territorio. I FPO, ancora prima di costituirsi ufficialmente hanno promosso la collabprazione con Centri Studio (Valle Brembana e Valle Imagna) per ricerche storiche sui prodotti, con il CAI, Unione Bergamasca delle Sezioni e Sottosezioni, per la gestione di sentieri gastronomici e per la formazione delle guide e dei rifugisti, con il Parco delle Orobie Bergamasche, l'istituto Alberghiero di San Pellegrino Terme e la Comunità Montana Valle Brembana.
Qualcuno a questo punto potrebbe chiedersi se dietro l'operazione FPO non ci sia la volontà di creare un nuove ente. Nel documento sigliato a S.Pellegrino si sgombera in anticipo il campo da ogni equivoco in proposito:
È bene sottolineare l'alto valore di questa aggregazione, realmente pensata e sviluppata dal basso, ovvero dalle aziende e dai consorzi/ presidi dei formaggi orobici senza la presenza e l'influenza di soggetti pubblici ed enti. L'intento ben preciso è infatti quello di non voler creare un nuovo ente, bensì una "massa critica" operativa, che porti avanti gli obiettivi condivisi per la crescita delle aziende e per la loro sopravvivenza futura. Questo momento segna un passo storico importante non solo nello specifico panorama caseario, ma anche nel contesto montano.
Nessuna sostituzione con le istituzioni da parte dei FPO, ma anche la piena consapevolezza che oggi le imprese, soprattutto in territori fragili come le Terre Alte, devono operare in rete, aprirsi alla collaborazione orizzontale con imprese di diversi comparti economici ma anche con i soggetti culturali e le stesse istituzioni non limitatamente alla realizzazione di progetti e di iniziative temporanee ma come modus operandis ordinario.  Senza dimenticare l'obiettivo primario delle imprese (garantire a sé stesse una sostenibilità economica) i FPO si propongono di coinvolgere nelle loro iniziative gli operatori di altri settori, a partire da quello turistico con il quale sono evidenti le numerose possibilità di sinergia.


Iniziative già avviate e una grande presenza a Expo 2015

Senza attendere la formalizzazione i FPO, attraverso l'associazione Fiera di S.Matteo che ha svolto il ruolo di incubatore del progetto, hanno già lanciato diverse iniziative anche in campo turistico (come quella dei percorsi brembani realizzati in collaborazione con la Comunità Montana). Sarà l'Expo 2015 a MIlano, però, il banco di prova della capacità dei FPO di svolgere a pieno il ruolo di ambasciatori del gusto di un territorio. Grazie ad un accordo siglato con Slow Food subito dopo la  formalizzazione del documento costitutivo i FPO saranno presenti a Expo a partire dall'inaugurazione quando i 6 formaggi orobici per dieci giorni consecutivi costituiranno il tema delle degustazioni organizzate per le delegazioni internazionali nel padiglione Slow Food.  Questa occasione farà da volano alle proposte di visita lungo gli "Itinerari dei Principi delle Orobie" per tutta la durata del semestre Expo in forma di pacchetti e di escursioni organizzate (ma anche in forma di visite libere coadiuvate da appositi supporti informativi). Tali itinerari (a piedi, in MTB e in forma integrata con diversi mezzi di trasporto) si prefiggono di mettere in rete nuclei storici e altri elementi di interesse storico-culturale, rifugi, alpeggi, centri di produzione casearia. Ad essi si accederà anche dalla Valsassina e dalla Valtellina creando dei circuiti che mettono in relazione l'area delle Orobie occidentali con quella lariana, la Valtellina e Bergamo oltre che direttamente con Milano.
Tra i programmi dei FPO anche la partecipazione con un ruolo di spicco all'evento Terre d'Alpe che tra l'autunno 2014 e la primavera 2015 in prossimità di Expo si prefigge di portare - come è già successo con una prima edizione a Cuneo tra dicembre 2013 e febbraio 2014 - il mondo del pastoralismo e dell'alpeggio nelle città (in questo caso Bergamo e Brescia). Tutte queste iniziative saranno presentate in una conferenza stampa a Bergamo Città Alta nelle prossime settimane.
Pubblicato da Michele Corti alle 12:21 Nessun commento:
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domenica 24 novembre 2013

Progetto "Vie dei principi delle Orobie":

Fuori la neve dentro tanto calore per il Bitto storico e gli altri Principi delle Orobie 



Gerola Alta (24.11.2013) - Oggi presso il PalaGerola si è svolta la manifestazione di presentazione del progetto "Le vie dei Principi delle Orobie verso l'Expo 2015". Il clima era di anticipo d'inverno. Al di la delle ampie vetrate della  struttura si potevano scorgere tetti e abeti carichi di neve. Dentro, però, non è mancato il calore dell'accoglienza riservata dai presenti ai Principi (i formaggi degustati nella mattinata), al menù degli chef di Slow Cooking, e alla presentazione del progetto delle "Vie dei principi".

Rappresentati delle condotte lombarde di Slow Food e fedeli e appassionati  sostenitori del Bitto storico non si sono lasciati scoraggiare dalle previsioni meteo poco incoraggianti. Sono venuti dalla Valtellina, dalla Brianza, da Lecco, dalla Val Varrone, da Bergamo, da Varese.

C'erano anche i rappresentanti degli altri Principi venuti per l'occasione dall'alta Valbrembana, da Taleggio, dalla Valle Imagna (Locanda Roncaglia). Dalla Val Poschiavo è arrivato Plinio Pianta il presidente di Amamont (l'associazione transfrontaliera amici degli alpeggi e della montagna). Presente anche Enrico Dioli, presidente dell'associazione Valtellina nel futuro.




La presentazione del progetto 

Per presentare il progetto sono intervenuti Paolo Ciapparelli (presidente del Consorzio per la salvaguardia del Bitto storico), Lorenzo Berlendis (Slow Food Lombardia), Alvaro Ravasio (presidente del Consorzio per la tutela dello Strachitunt SVT Dop), Michele Corti (Soc. Valli del Bitto e animatore del percorso di progettazione delle Vie dei Principi). 


Ciapparelli ha ripercorso le tappe che hanno portato a ristabilire rapporti di amicizia e di collaborazione tra comunità collocate in due diverse provincie ma unite da antichi e profondi legami e lontane solo pochi chilometri in linea d'aria. 
Dall'idea di realizzare delle escursioni tra queste località collocate intorno al Pizzo dei Tre Signori si è arrivati a concepire una collaborazione di più ampio respiro tra località e formaggi, in questo allargamento, è maturata quasi spontanea l'idea dei "Principi delle Orobie" che si è concretizzata nella partecipazione comune a importanti eventi (a partire da Cheese 2011). Parallelamente si è passati a concepire un'insieme di itinerari per collegare alpeggi e caseifici legati alla produzione del "Principi" coinvolgendo i rifugi ed altre strutture turistiche.

Berlendis ha ribadito l'interesse con il quale Slow Food segue l'evoluzione del progetto del Principi. Non solo perché comprendono ben tre presidi Slow Food ma anche perché rappresentano un modello virtuoso. Ha anche sottolineato come, nell'ambito del coinvolgimento di Slow Food nell'Expo (con una probabile presenza con spazi espositivi), progetti come quello dei Principi non potranno non avere spazio e attenzione. Questi prodotti, infatti, richiamano quali sono o dovrebbero essere i temi ispiratori dell'Expo. Essi, per di più si prestano a richiamare l'attenzione sul ben diverso ruolo dei diversi modelli di produzione alimentare in termini di impatti ambientali e di trasformazioni climatiche.

Ravasio, che oltre che presidente del Consorzio Strachitunt è imprenditore caseario in Val Taleggio, ha messo l'accento sull'importanza che i soggetti imprenditoriali del territorio (dalle aziende agricole, alle rivendite alimentari, agli artigiani) diventino protagonisti in prima persona delle iniziative che li riguardino imparando a non delegare a associazioni di categoria, politica, amministrazioni pubbliche la soluzione dei loro problemi. Una sottolineatura che si traduce nell'invito a fare rete e ad attuare iniziative senza aspettare nessuno.

Il segreto dei Principi: leggere la storia e il territorio, costruire reti di fiducia e collaborazione sincera

A Corti è toccato presentare il progetto nei suoi contenuti ormai ben delineati. Ha ripreso gli spunti dell'intervento di Ciapparelli sui rapporti tra le valli orobiche evidenziando come le idee forza del progetto "Vie dei Principi" nascono dallo studio della storia. Le Orobie occidentali rappresentano un grande comprensorio pastorale in forza di clima e orografia, ma sono anche in connessione con la Valtellina, il Lago di Como, Bergamo e - tramite Como e Lecco - con Milano. Un mondo alpestre ma non "fuori dal mondo". 




Il Bitto e il Branzi (nome che un tempo assumeva il Bitto commercializzato sulla piazza di Branzi in alta Val Brembana) viaggiavano l'uno sulla via d'acqua del Lario, l'altro per la via Priula godendo di due vie che per gli standard dei secoli passati erano "autostrade". In più la connessione strettissima tra Orobie occidentali e città e pianura lombarda era costituita dalla transumanza stagionale dei bergamini/malghesi che ogni primavera (dal XV al XX secolo) risalivano con le loro "bergamine" (mandrie lattifere) dalle cascine che li avevano ospitato nella Bassa verso gli alpeggi della Valsassina, Valle Imagna, Val Taleggio, Alta Val Brembana, Val Tartano ed anche Valli del Bitto. Territorio in parte rude e poco ospitale, genuinamente alpestre e pastorale, ma nel suo genere ricco e collegato ai centri economici. Oggi questo dualismo: una montagna "vera", una realtà pastorale autentica ma al tempo stesso facilmente accessibile da tre lati: da Nord, dal Lago di Como, da Sud (Lecco e Bergamo) è l'elemento di forza di un progetto di lancio turistico delle Orobie occidentali quale destinazione pregiata di turismo gastronomico e culturale in un contesto di paesaggi e itinerari di montagna. La leva è rappresentata da una concentrazione di formaggi artigianali quale nessun altro territorio può vantare. Grazie ai Principi le Orobie possono divenire conosciute in tutto il mondo quale "terra alta di grandi formaggi".  Poi c'è la grande risorsa dei rifugi, dei sentieri, delle testimonianze storiche (vie commerciali, miniere, chiese affrescate, borghi storici). 



Su queste basi si è elaborata una proposta di offerte turistiche differenziate (visiter accompagnate, pacchetti, supporti alla fruizione "libera") che presuppone una stretta collaborazione intervalliva e tra operatori di diverse categorie. Si tratta di offrire supporti informativi, servizi di navetta, di accompagnamento, di prenotazione efficienti. Una bella sfida, ma anche 
un'occasione per fare un salto di qualità, un'occasione di quelle che si presentano una volta sola nella vita. Un'occasione, per esempio, per imparare a coordinarsi, a non organizzare eventi in contemporanea, a ribaltare concorrenzialità sterili in complementarietà.  Occorrerà molta formazione, molta professionalità, ma anche tanta disponibilità a lavorare insieme, a partecipare, a proporre, a superare le difficoltà.  


Rispetto ai grandi progetti affidati dalle istituzioni a centri e società specializzate che operano a tavolino questo progetto ha il vantaggio di ridurre notevolmente gli investimenti e di puntare a prodotti alla portata di mano degli attori locali, espressione dei loro obiettivi. Serviranno certo anche risorse finanziarie ma si preferisce puntare su sponsor privati. Le istituzioni, se vorranno, appoggeranno.

Il Bitto storico da la forza di credere e sperare anche a chi vuole produrre vino, mele, miele in modo naturale

Dopo la presentazione del progetto delle "Vie dei Principi" c'è stato tempo per qualche conversazione con amici vecchi e nuovi. Poi ci si è trasferiti al Centro del Bitto. La tappa nella casera di stagionatura, nel "Santuario del Bitto" è d'obbligo anche per chi lo conosce bene. Ogni volta il profumo che sale dalle scale mentre si scende al livello inferiore ti cattura come fosse la prima volta e, una volta scesi tra le scansie, non si può fare a meno di avvertire la potenza della magia del "tesoro delle Orobie". Dentro nel "santuario" si dimenticano le difficoltà e i dubbi. Quello che è stato fatto per mantenere questa realtà è comunque ben fatto.
Al Pala Gerola, e poi nel magico ambiente del "Santuario", i discorsi sul Bitto e i principi si sono intrecciati con quelli di altre realtà oltre ai formaggi. Si è parlato anche di vino e di miele con produttori valtellinesi che fanno riferimento all'esperienza del Bitto quale esempio. Non sono pochi i "ribelli del cibo naturale" che nel difficile contesto di una Valtellina dell'agroalimentare "di plastica" (immagine di montagne immacolate, realtà di materie prime global) lottano per affermare idee di agricoltura naturale, si sforzano di andare controcorrente

Quando si scopre che c'è chi trae fiducia e ispirazione da quanto fatto dal Bitto storico si ha l'impressione confortante che i semi non siano finiti sulla strada o tra i rovi, che l'esempio di chi tiene la schiena diritta produca frutti. 
E' chiaro che il Bitto storico non è solo un formaggio ma un  punto di riferimento per chi in Valtellina (e anche più in là) guarda ad un'altro modo di concepire non solo l'agicoltura e la produzione alimentare ma tutta la gestione del territorio e lo stesso "sviluppo".




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sabato 16 novembre 2013

Domenica 24 a Gerola con i Principi delle Orobie

(16.11.13) A Gerola alta, la culla del Bitto storico, recentemente conosciuta da milioni di telespettatori grazie al servizio di Striscia, si terrà domenica prossima un evento... storico. Si parlerà del grand eprogetto "Principi delle Orobie"

Casari resistenti

e Principi delleOrobie
 
a Gerola alta (So) PalaGerola - domenica 24 novembre
 


Con il sostegno di Slow Food Lombardia e di Terra Madre (e la collaborazione degli altri “Principi”)nto il Consorzio per la Salvaguardia del Bitto storico, la Pro Loco Valgerola, l'Ecomuseo Valgerola organizzano un evento che segna l'avvio del grande progetto
i formaggi  “PRINCIPI DELLE OROBIE”
Degustazioni, incontri, confronti e dibattiti attorno ai 6 formaggi i cui produttori hanno sottoscritto il Progetto PRINCIPI DELLE OROBIE, un progetto fortemente innovativo che si propone quale motore di sviluppo turistico e territoriale in tutto il massiccio delle Orobie occidentali rispolverando in chiave attuale e multifunzionale, la centralità dell'economia pastorale e casearia.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA
10,30 LABORATORI DEL GUSTO con i formaggi “Principi delle Orobie”
13,00 PRANZO CONVIVIALE curato dagli chef di Slow Cooking dell'Osteria del Crotto di Morbegno, dell' Osteria al Gigianca di Bergamo e del Cantinone di Madesimo (vedi a fianco).
14,30 CONFERENZA di presentazione del Progetto nel corso della quale verranno illustrati i motivi ispiratori e gli obiettivi e fornita una anticipazione sugli Itinerari dei Principi delle Orobie verso Expo 2015
16,00 VISITA GUIDATA AL CENTRO DEL BITTO con la casera-museo-centro di cultura dove si trovano forme in invecchiamento oltre 10 anni nel Sancta Sanctorum del Santuario del Bitto
MENU' DEI PRINCIPI DELLE OROBIE (30 €) PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
Pizzoccheri di Gordona mantecati al Branzi
Stinco di maiale con schiuma di Bitto storico
Mousse all’Agri’ della Valtorta con cialda alle castagne e salsa di cachi
Vini (compresi nel menù) della casa vinicola valtellinese Nino Negri
Servizio a cura della Pro Loco di Gerola Alta
I“principi” sono: tre presidi Slow Food: Bitto storico PSL, Agrì di Valtorta PSL e Stacchino all'antica della Valli Orobiche PSL, più tre formaggi storici delle valli orobiche bergamasche: Formai de Mut DOP, Strachitunt DOP e Branzi FTB
info: Paolo Ciapparelli 3343325366 info@formaggiobitto.com

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venerdì 4 novembre 2011

Si può fare promozione senza sprecare denaro pubblico (e a favore dei piccoli produttori)

(04.11.11) Il bilancio più che positivo della manifestazione "Formaggi in piazza" a Sondrio rende inevitabile il confronto con la 'pesante' e fallimentare Mostra del Bitto (che con il Bitto c'entra poco) di Morbegno esempio di 'promozione istituzionale'

A Sondrio con una spesa forse cento volte inferiore della Mostra del Bitto di Morbegno è stato realizzato un evento che ha riempito le piazze e lasciato soddisfatti gli espositori (quasi tutti piccoli produttori artigianali di formaggi) e i pubblici esercizi
Bilancio più che positivo per "Formaggi in piazza" l'evento dedicato alle produzioni di montagna che, arrivato alla sesta edizione, ha registrato un netto salto di qualità e di interesse. La mostra-mercato, che si è arricchita di eventi e attrazioni è costata al comune di Sondrio tre-quattro mila euro.


Il bilancio di "Formaggi in piazza" è in attivo non solo perché è costata poco ma anche perché ha offerto molto: stati presenti 65 espositori (che  hanno registrato buone vendite),  centinaia di bambini hanno potuto fruire dell'asinovia ci sono stati convegni, degustazioni, dimostrazioni di home brewing e di antichi mestieri, ristoranti e trattorie hanno lavorato molto bene.


Certo per offrire tutte queste cose c'è stato un impegno che va oltre la misera cifra sopra indicata. C'è stato l'impegno in prima persona degli amministratori (a cominciare dell'assessore al commercio Francesco Ferrara) e dei funzionari comunali, c'è stato l'apporto di volontariato appassionato e competente dei soggetti che hanno collaborato con il comune: Slow Food e il Consorzio salvaguardia Bitto storico con i suoi 'alleati' bergamaschi. Sono state poi sfruttate in modo intelligente strutture esistenti: innanzitutto le belle piazze cittadine, poi il Centro Le Volte. Quest'ultima è una struttura dedicata al vino e ai prodotti del territorio realizzata attraverso la ristrutturazione della vecchia cantina ottocentesca della ex-Enologica valtellinese (il nome fa riferimento alle volte della cantina che ospitava la seconda botte più grande d'Europa). Attraverso questi eventi il Centro, attrezzato con postazioni per degustazioni professionale e una sala convegni vive e non rischia di diventare una 'cattedrale nel deserto'.


Cadendo dopo pochi giorni dall'edizione-capolinea della Mostra del Bitto di Morbegno (ma quanto c'entra ancora il Bitto con quella roba lì?) il confronto è stato impetoso, anche perché a decretare la fine della Mostra di Morbegno - che ha un costo dell'ordine delle centinaia di migliaia di euro - sono stati gli stessi organizzatori (vedi articolo di Ruralpini) che si sono spregiudicatamente sfilati. Per gli enti, e che sfilza, che 'targano' la Mostra del Bitto: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Regione Lombardia, Provincia di Sondrio, Bim, Camera di Commercio, Comune e Comunità Montana di Morbegno dovrebbe essere motivo di riflessione.


Certi eventi e certi meccanismi istituzionali di promozione sono diventati carrozzoni, macchine che servono quasi solo a sé stesse, pretesti per fare avere un sacco di soldi agli enti del 'gusto istituzionale' (i consorzi delle dop e igp, i multiconsorzi, i distretti agroalimentari) e del turismo istituzionale nonché ai soggetti (ditte di servizi, società, professionisti, associazioni) che ruotano intorno a queste cerchie. Soldi che finiscono in 'giri' che portano agli stand vuoti con dentro le brochure, che finiscono in costosissime pubblicazioni patinate magari improvvisate nei contenuti che finiscono nelle cantine o che vengono distribuite 'a spaglio'. Qualcuno (tanti) ci mangia(no) su, è ovvio. La manifestazione di Sondrio ha dato di certo fastidio a certe 'cupole'. Non solo perché ha dimostrato che ci sono formule che evitano lo sperpero di denaro pubblico ma anche perché sono proprio le manifestazioni 'leggere' che servono ai piccoli produttori agricoli. I grandi eventi non solo ingoiano denaro pubblico per redistribuirlo secondo mai cessate prassi clientelari ma finiscono per essere inaccessibili (per via del costo degli stand) ai produttori artigianali, a coloro che producono in montagna, che mantengono con coraggio antiche tradizioni produttive.


A Sondrio nella piazza Garibaldi rbattezzata per l'occasione 'Piazza della resistenza casearia' c'erano dei veri resistenti. Non solo i ribelli per antonomasia (quelli del Bitto - foto sotto nello stand) ma anche diversi altri produttori che non è esagerato definire eroici.


A Sondrio nella piazza Garibaldi ribattezzata per l'occasione 'Piazza della resistenza casearia' c'erano dei veri resistenti. Non solo i ribelli per antonomasia (quelli del bitto - foto sotto nello stand) ma anche diversi produttori che non è esagerato defini eroici.

Non è facile resistere sugli alpeggi


Tra loro Marilena Giorgis e Aldo Macario che caricano l'alpe Vagliotta in valle Gesso (Cn). Non si arriva con la strada (solo con la moto da trial), delle tre stazioni sono una è stata riattata e le pecore devono fare un lungo cammino per recarsi sui pascoli alti e ridiscendere alla sera per essere chiuse in un recinto a prova di lupo. Nonostante queste fatiche i predatori a settembre hanno ucciso 8 pecore (due sono disperse) approfittando del fatto che i nostri amici pastori si sono lasciati cogliere nel rientro al 'campo base' dall'oscurità con le giornate più brevi. C'erano poi Silvia Fiore e Andrea Scagliotti, due giovani laureati con bambini piccoli che caricano l'alpe Pravaren in alta val Susa (a Venaus noto per la TAV). La strada da loro arriva sino alla casera ma i pascoli sono ripidi e accessibili sono con il cavallo e Andrea deve andare su e giù (l'ultimo pezzo portandosi il carico in spalla) perrifornire di cibo il pastore rumeno che sorveglia le pecore e i cani da guardiania. Anche qui il lupo picchia.

... ma se a resistere sono i giovani ci sono speranze


Il giovane Giacomo Ruiu (alpe di Blessagno in val d'Intevi, Co)(foto sopra) deve confrontarsi con altri selvatici non meno temibili: i cinghiali che gli devastano prati e pascoli. Non è facile resistere alla burocrazia, ai predatori, alla mancaznza di strade. A rendere la vita difficile ai pastori e alpeggiatori coi pensano anche i caseifici industriali. Ivan Albini, altro ragazzo presente tra i 'resistenti' a Sondrio viene da Germasino, paese sino all'anno scorso comune e ora fagogitato da Gravedona e Consiglio di Rumo per fare un 'comunone' come piacciono ai tecnocrati. Ivan all'alpe Nesdale (comune di Plesio) produce un ottimo grasso d'alpe con tanto di latte di capra (più Bitto di tanti bitti dop) ma deve confrontarsi con pascoli che hanno sofferto anni di abbandono. È sostenuto dal comune di Plesio che ha sistemato per bene i fabbricati ma ora  deve affrontare a casa, dove in inverno produce il formaggio magro locale (la Semüda),  la concorrenza del nuovo caseificio industriale Alto Lario, una succursale della Latteria di Delebio (la più grande della Valtellina  nonché protagonista e simbolo della Mostra del Bitto di Morbegno, un po' come il Bitto storico è stato protagonista e simbolo di quella di Sondrio).


Tra i resistenti della piazza c'era anche un personaggio piuttosto conosciuto: Desiderio Carraro dell'azienda Pian du Lares di Veddasca (Va). Desiderio è stato uno dei protagonistoi del recupero dei pascoli dell'alta val Veddasca e del rilancio delle produzioni casearie caprine varesotte iniziato con l'insediamento in una frazione abbandonata (Mulini di Piero) nei lontani anni '70. Carraro fa parte anche del gruppo dei 'Sovversivi del gusto' (per non smentirsi). A Sondrio domenica lo sostituiva la giovane figlia Martina. Una circostanza che ci fa capire come i piccoli produttori abbiano bisogno di soluzioni flessibili (la loro presenza non può protrarsi più di due giorni di solito) ma che conferma anche come nel campo della resistenza casearia ci siano parecchi giovani. Giovani erano anche i rappresentanti di alcuni presidi Slow Food quali quello del Mascalplin della val Bregaglia (canton Grigioni) e del Fatulì della val Saviore (Vallecamonica). Sia quelli del Mascalplin che quelli del Macagn (altro presidio Slow Food che 'resiste' contro il Maccagno industriale prodotto in pianura) alla domenica hanno venduto tutto e al lunedì sono partiti. Un altro fatto da tenere presente in queste manifestazioni: i piccoli produttori a volte hanno veramente quantità limitate. Non sono cose che ci raccontiamo per creare l'immagine delle micro-produzioni eroiche, è proprio vero.


Il panorama della piazza era completato dal presidio del grano saraceno (non un formaggio ma un emblema della valtellina rurale che vuole caratterizzarsi anche per la produzione di materie prime 'antiche' sostituite dalla importazione dal mercato globale. Tra i formaggi c'erano anche i principi delle Orobie che oltre ai presidei Slow food del Bitto storico, stracchino all'antica e Agrì di Valtorta comprendono anche il Formai de Mut dop, il Branzi FTB ('Branzi di Branzi' realizzato con latte di montagna e imitato da 'Branzi' prodotti in pianura con latte di varia origine), lo Strachitunt (in attesa di dop, contestata dai caseifici di pianura che vorrebbero che fosse estesa a tutta la provincia di Bergamo).

A Sondrio si consolida l'unione dei formaggi orobici

Nella foto sopra la panoramica dei formaggi bergamaschi presenti a Sondrio in nome della 'unione dei formaggi orobici'

A Sondrio si è presentata la squadra dei 'formaggi principi delle Orobie'. L'uscita ha consolidato una unione che ha già debuttato a Branzi alla Fiera di san Matteo e a Cheese. O Sondrio gli orobici non giocavano poi molto 'fuori casa' perché proprio di fronte a Sondrio si aprono le valli orobiche del Livrio e di Venina che conducono in val Brembana  attraverso passi per i quali una limitata produzione di Bitto (il grosso era concentrato nelle valli più occidentali) perveniva al mercato dei Branzi. In quest'ultima località per ricordare i vecchi fasti della Fiera di San Matteo e delle numerose casere che a settembre si riempivano di Bitto/Branzi (allora formaggi dalle tipologie sovrapponibili) è sorta l'associazione Fiera di San Matteo che è  stata anche la promotrice (con i ribelli del Bitto storico) dell'alleanza casearia orobica. Vere anime dell'associazione sono Francesco Maroni (caseificio di Branzi) e Ferdy Quarteroni. Ferdy, titolare dell'omonimo agriturismo, è il vulcanico ideatore di tante iniziative che rigiuardano gli alpeggi, i ragazzi e ... i quadrupedi. Suoi sono gli asinelli (tutte femmine dolcissime e pazientissime) che si sono fatti amare da centinaia di bimbi che hanno provato l'emozione di percorrere in groppa all'asino le vie e le piazze della manifestazione. Il servizio di asinovia è stato offerto dall'azienda Ferdy stessa.

Gli eventi collaterali

Formaggi in piazza è stata caratterizzata anche da altri eventi che non sono riuscito a documentare con foto ma che vale la pena manzionare: le dimostrazioni degli antichi mestieri dei Buiatei di Buglio, la dimostrazione di produziuone di  birra artigianale - 150 i litri consumati - dei Labadiena, un gruppo di quattro ragazzi valtellinesi che ha deciso di provare a produrre birra fatta in casa. E poi le degustazioni di Bitto storico e di formaggi ovicaprini d'alpeggio organizzate presso le Volte dal Consorzio salvaguardia Bitto storico edall'enoteca Tabernarium (gestita da due giovani in connessione con Le Volte stesse) . La degustazione di formaggi ovicaprini ha interessato i prodotti degli alpeggi citati: alpe Vagliotta (Cn), alpe Pravaren (To), malga Adamè (Bs), alpe Blessagno (Co), alpe Nesdale (Co) ed è stata guidata  per la parte casearia da Marco Imperiali maestro assaggiatore Onaf e da Gabriele de Luca per la parte birraia.


Unico neo la scarsa partecipazione ai convegni di domenica e lunedì in parte riscattata dal miglior successo di quello con Piero Sardo (foto sopra) di martedì (1° novembre) di cui abbiamo riferito a parte (vai all'articolo)

Pubblicato da Michele Corti alle 11:24 Nessun commento:
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Etichette: Ferdy, Formaggi in Piazza, Francesco ferrara, Piero Sardo, principi delle Orobie, resistenza casearia, Sondrio
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