RibellidelBitto

Cronache di un gruppo ribelle di produttori agricoli di montagna. E dei loro sostenitori- coproduttori . Davide non si arrende a Golia (lobby agroindustriale foraggiata dal denaro pubblico)

RIPARTE LA CAMPAGNA SI SOSTEGNO ALLO STORICO RIBELLE (EX-BITTO STORICO)

BLOG UFFICIALE DEI RIBELLI DEL BITTO (SOCIETA' VALLI DEL BITTO BENEFIT)
La Società valli del bitto benefit è la forma organizzata, in grado anche di svolgere attività economica a sostegno dei produttori. Sono soci della "Valli del bitto benefit" i sostenitori (con ruoli di finanziatori/collaboratori volontari/consumatori), i produttori, i dipendenti Per associarsi basta acquistare una sola azione dal valore di 150 € per info: 334 332 53 66 info@formaggiobitto.com. Aiutaci anche anche acquistando una forma in dedica o anche solo un pezzo di storico ribelle vai allo shop online

domenica 24 novembre 2013

Progetto "Vie dei principi delle Orobie":

Fuori la neve dentro tanto calore per il Bitto storico e gli altri Principi delle Orobie 



Gerola Alta (24.11.2013) - Oggi presso il PalaGerola si è svolta la manifestazione di presentazione del progetto "Le vie dei Principi delle Orobie verso l'Expo 2015". Il clima era di anticipo d'inverno. Al di la delle ampie vetrate della  struttura si potevano scorgere tetti e abeti carichi di neve. Dentro, però, non è mancato il calore dell'accoglienza riservata dai presenti ai Principi (i formaggi degustati nella mattinata), al menù degli chef di Slow Cooking, e alla presentazione del progetto delle "Vie dei principi".

Rappresentati delle condotte lombarde di Slow Food e fedeli e appassionati  sostenitori del Bitto storico non si sono lasciati scoraggiare dalle previsioni meteo poco incoraggianti. Sono venuti dalla Valtellina, dalla Brianza, da Lecco, dalla Val Varrone, da Bergamo, da Varese.

C'erano anche i rappresentanti degli altri Principi venuti per l'occasione dall'alta Valbrembana, da Taleggio, dalla Valle Imagna (Locanda Roncaglia). Dalla Val Poschiavo è arrivato Plinio Pianta il presidente di Amamont (l'associazione transfrontaliera amici degli alpeggi e della montagna). Presente anche Enrico Dioli, presidente dell'associazione Valtellina nel futuro.




La presentazione del progetto 

Per presentare il progetto sono intervenuti Paolo Ciapparelli (presidente del Consorzio per la salvaguardia del Bitto storico), Lorenzo Berlendis (Slow Food Lombardia), Alvaro Ravasio (presidente del Consorzio per la tutela dello Strachitunt SVT Dop), Michele Corti (Soc. Valli del Bitto e animatore del percorso di progettazione delle Vie dei Principi). 


Ciapparelli ha ripercorso le tappe che hanno portato a ristabilire rapporti di amicizia e di collaborazione tra comunità collocate in due diverse provincie ma unite da antichi e profondi legami e lontane solo pochi chilometri in linea d'aria. 
Dall'idea di realizzare delle escursioni tra queste località collocate intorno al Pizzo dei Tre Signori si è arrivati a concepire una collaborazione di più ampio respiro tra località e formaggi, in questo allargamento, è maturata quasi spontanea l'idea dei "Principi delle Orobie" che si è concretizzata nella partecipazione comune a importanti eventi (a partire da Cheese 2011). Parallelamente si è passati a concepire un'insieme di itinerari per collegare alpeggi e caseifici legati alla produzione del "Principi" coinvolgendo i rifugi ed altre strutture turistiche.

Berlendis ha ribadito l'interesse con il quale Slow Food segue l'evoluzione del progetto del Principi. Non solo perché comprendono ben tre presidi Slow Food ma anche perché rappresentano un modello virtuoso. Ha anche sottolineato come, nell'ambito del coinvolgimento di Slow Food nell'Expo (con una probabile presenza con spazi espositivi), progetti come quello dei Principi non potranno non avere spazio e attenzione. Questi prodotti, infatti, richiamano quali sono o dovrebbero essere i temi ispiratori dell'Expo. Essi, per di più si prestano a richiamare l'attenzione sul ben diverso ruolo dei diversi modelli di produzione alimentare in termini di impatti ambientali e di trasformazioni climatiche.

Ravasio, che oltre che presidente del Consorzio Strachitunt è imprenditore caseario in Val Taleggio, ha messo l'accento sull'importanza che i soggetti imprenditoriali del territorio (dalle aziende agricole, alle rivendite alimentari, agli artigiani) diventino protagonisti in prima persona delle iniziative che li riguardino imparando a non delegare a associazioni di categoria, politica, amministrazioni pubbliche la soluzione dei loro problemi. Una sottolineatura che si traduce nell'invito a fare rete e ad attuare iniziative senza aspettare nessuno.

Il segreto dei Principi: leggere la storia e il territorio, costruire reti di fiducia e collaborazione sincera

A Corti è toccato presentare il progetto nei suoi contenuti ormai ben delineati. Ha ripreso gli spunti dell'intervento di Ciapparelli sui rapporti tra le valli orobiche evidenziando come le idee forza del progetto "Vie dei Principi" nascono dallo studio della storia. Le Orobie occidentali rappresentano un grande comprensorio pastorale in forza di clima e orografia, ma sono anche in connessione con la Valtellina, il Lago di Como, Bergamo e - tramite Como e Lecco - con Milano. Un mondo alpestre ma non "fuori dal mondo". 




Il Bitto e il Branzi (nome che un tempo assumeva il Bitto commercializzato sulla piazza di Branzi in alta Val Brembana) viaggiavano l'uno sulla via d'acqua del Lario, l'altro per la via Priula godendo di due vie che per gli standard dei secoli passati erano "autostrade". In più la connessione strettissima tra Orobie occidentali e città e pianura lombarda era costituita dalla transumanza stagionale dei bergamini/malghesi che ogni primavera (dal XV al XX secolo) risalivano con le loro "bergamine" (mandrie lattifere) dalle cascine che li avevano ospitato nella Bassa verso gli alpeggi della Valsassina, Valle Imagna, Val Taleggio, Alta Val Brembana, Val Tartano ed anche Valli del Bitto. Territorio in parte rude e poco ospitale, genuinamente alpestre e pastorale, ma nel suo genere ricco e collegato ai centri economici. Oggi questo dualismo: una montagna "vera", una realtà pastorale autentica ma al tempo stesso facilmente accessibile da tre lati: da Nord, dal Lago di Como, da Sud (Lecco e Bergamo) è l'elemento di forza di un progetto di lancio turistico delle Orobie occidentali quale destinazione pregiata di turismo gastronomico e culturale in un contesto di paesaggi e itinerari di montagna. La leva è rappresentata da una concentrazione di formaggi artigianali quale nessun altro territorio può vantare. Grazie ai Principi le Orobie possono divenire conosciute in tutto il mondo quale "terra alta di grandi formaggi".  Poi c'è la grande risorsa dei rifugi, dei sentieri, delle testimonianze storiche (vie commerciali, miniere, chiese affrescate, borghi storici). 



Su queste basi si è elaborata una proposta di offerte turistiche differenziate (visiter accompagnate, pacchetti, supporti alla fruizione "libera") che presuppone una stretta collaborazione intervalliva e tra operatori di diverse categorie. Si tratta di offrire supporti informativi, servizi di navetta, di accompagnamento, di prenotazione efficienti. Una bella sfida, ma anche 
un'occasione per fare un salto di qualità, un'occasione di quelle che si presentano una volta sola nella vita. Un'occasione, per esempio, per imparare a coordinarsi, a non organizzare eventi in contemporanea, a ribaltare concorrenzialità sterili in complementarietà.  Occorrerà molta formazione, molta professionalità, ma anche tanta disponibilità a lavorare insieme, a partecipare, a proporre, a superare le difficoltà.  


Rispetto ai grandi progetti affidati dalle istituzioni a centri e società specializzate che operano a tavolino questo progetto ha il vantaggio di ridurre notevolmente gli investimenti e di puntare a prodotti alla portata di mano degli attori locali, espressione dei loro obiettivi. Serviranno certo anche risorse finanziarie ma si preferisce puntare su sponsor privati. Le istituzioni, se vorranno, appoggeranno.

Il Bitto storico da la forza di credere e sperare anche a chi vuole produrre vino, mele, miele in modo naturale

Dopo la presentazione del progetto delle "Vie dei Principi" c'è stato tempo per qualche conversazione con amici vecchi e nuovi. Poi ci si è trasferiti al Centro del Bitto. La tappa nella casera di stagionatura, nel "Santuario del Bitto" è d'obbligo anche per chi lo conosce bene. Ogni volta il profumo che sale dalle scale mentre si scende al livello inferiore ti cattura come fosse la prima volta e, una volta scesi tra le scansie, non si può fare a meno di avvertire la potenza della magia del "tesoro delle Orobie". Dentro nel "santuario" si dimenticano le difficoltà e i dubbi. Quello che è stato fatto per mantenere questa realtà è comunque ben fatto.
Al Pala Gerola, e poi nel magico ambiente del "Santuario", i discorsi sul Bitto e i principi si sono intrecciati con quelli di altre realtà oltre ai formaggi. Si è parlato anche di vino e di miele con produttori valtellinesi che fanno riferimento all'esperienza del Bitto quale esempio. Non sono pochi i "ribelli del cibo naturale" che nel difficile contesto di una Valtellina dell'agroalimentare "di plastica" (immagine di montagne immacolate, realtà di materie prime global) lottano per affermare idee di agricoltura naturale, si sforzano di andare controcorrente

Quando si scopre che c'è chi trae fiducia e ispirazione da quanto fatto dal Bitto storico si ha l'impressione confortante che i semi non siano finiti sulla strada o tra i rovi, che l'esempio di chi tiene la schiena diritta produca frutti. 
E' chiaro che il Bitto storico non è solo un formaggio ma un  punto di riferimento per chi in Valtellina (e anche più in là) guarda ad un'altro modo di concepire non solo l'agicoltura e la produzione alimentare ma tutta la gestione del territorio e lo stesso "sviluppo".




Pubblicato da Michele Corti alle 14:47 2 commenti:
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sabato 16 novembre 2013

Domenica 24 a Gerola con i Principi delle Orobie

(16.11.13) A Gerola alta, la culla del Bitto storico, recentemente conosciuta da milioni di telespettatori grazie al servizio di Striscia, si terrà domenica prossima un evento... storico. Si parlerà del grand eprogetto "Principi delle Orobie"

Casari resistenti

e Principi delleOrobie
 
a Gerola alta (So) PalaGerola - domenica 24 novembre
 


Con il sostegno di Slow Food Lombardia e di Terra Madre (e la collaborazione degli altri “Principi”)nto il Consorzio per la Salvaguardia del Bitto storico, la Pro Loco Valgerola, l'Ecomuseo Valgerola organizzano un evento che segna l'avvio del grande progetto
i formaggi  “PRINCIPI DELLE OROBIE”
Degustazioni, incontri, confronti e dibattiti attorno ai 6 formaggi i cui produttori hanno sottoscritto il Progetto PRINCIPI DELLE OROBIE, un progetto fortemente innovativo che si propone quale motore di sviluppo turistico e territoriale in tutto il massiccio delle Orobie occidentali rispolverando in chiave attuale e multifunzionale, la centralità dell'economia pastorale e casearia.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA
10,30 LABORATORI DEL GUSTO con i formaggi “Principi delle Orobie”
13,00 PRANZO CONVIVIALE curato dagli chef di Slow Cooking dell'Osteria del Crotto di Morbegno, dell' Osteria al Gigianca di Bergamo e del Cantinone di Madesimo (vedi a fianco).
14,30 CONFERENZA di presentazione del Progetto nel corso della quale verranno illustrati i motivi ispiratori e gli obiettivi e fornita una anticipazione sugli Itinerari dei Principi delle Orobie verso Expo 2015
16,00 VISITA GUIDATA AL CENTRO DEL BITTO con la casera-museo-centro di cultura dove si trovano forme in invecchiamento oltre 10 anni nel Sancta Sanctorum del Santuario del Bitto
MENU' DEI PRINCIPI DELLE OROBIE (30 €) PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
Pizzoccheri di Gordona mantecati al Branzi
Stinco di maiale con schiuma di Bitto storico
Mousse all’Agri’ della Valtorta con cialda alle castagne e salsa di cachi
Vini (compresi nel menù) della casa vinicola valtellinese Nino Negri
Servizio a cura della Pro Loco di Gerola Alta
I“principi” sono: tre presidi Slow Food: Bitto storico PSL, Agrì di Valtorta PSL e Stacchino all'antica della Valli Orobiche PSL, più tre formaggi storici delle valli orobiche bergamasche: Formai de Mut DOP, Strachitunt DOP e Branzi FTB
info: Paolo Ciapparelli 3343325366 info@formaggiobitto.com

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domenica 20 ottobre 2013

Bitto storico e Gerola a Striscia la notizia

Bitto storico a Paesi e Paesaggi (Striscia la notizia)

(20,10.2013) La nuova rubrica di Striscia la notizia "Paesi e Paesaggi" ha dedicato una puntata al Bitto storico, a Gerola, al parco pastorale - di fatto, ovvero senza burocrazie e magerie - del Bitto storico, dei calecc' e della capra Orobica.
Presentato per quello che è e per quello che vale: uno straordinario parco vivo, dove le tradizioni e le pratiche pastorali millenarie (sul serio) non sopravvivono ma son o orgogliosamente proiettate al futuro, mentre il modello dell'antiagricoltura della zootecnia industrializzata dei mangimi ogm e degli intrugli, delle mucche "macchine da latte" usa e getta fa acqua da tutte le parti. Lo sostengono continuando a rimediare agli errori e agli impatti sostenibili attaccando nuove soluzioni tecnologiche industriali per "mettere una pezza".

Il regime, le caste locali e i media che vivono della loro pubblicità (i soldi vengono sempre dalle tasche dei cittadini) esaltano in questi giorni in Valtellina l'apertura dell'impianto a biogas a Postalesio, presso la sede del Colavev (centrale del latte). Liquami che viaggiano per mezza Valtellina per sostenere un sistema che sta in piedi solo con il puntello di grandi contributi pubblici, sottratti all'agricoltura contadina, all'agricoltura veramente sostenibile (contributi per le latterie industriali, premi pac sproporzionati per le grandi aziende, soldi per il biogas) . 

Il Bitto storico non solo non ha mai avuto sostegno pubblico, ma è stato osteggiato e combattuto dalla istituzioni che appoggiano l'agricoltura, la zootecnia, il caseificio industriali (anche per motivi bassamente clientelari e di spartizione dei soldi pubblici). Unico caso al mondo in cui un prodotto che voleva rimanere fedele ad un metodo di produzione costante e tradizioanle legato al territorio e alla storia è stato multato per "lesa Dop". 

La forza del Bitto storico sta nella gente comune, che ne ha piene le scatole di istituzioni al servizio delle caste. 

VENITE A TROVARCI AL CENTRO DEL BITTO (il santuario del Bitto storico) A GEROLA ALTA. LA MAGIA DEGLI ALPEGGI E DELLA STORIA DEL BITTO POTRETE ASSAPORARLE TUTTO L'ANNO NELLA CASERA, LUOGO DI CONOSCENZA PIU' CHE DI STAGIONATURA, MUSEO VIVENTE. E LA PROSSIMA ESTATE VENITE SUGLI ALPEGGI DOVE NASCE QUESTO CAPOLAVORO.
Esattamente come tanti secoli fa
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sabato 19 ottobre 2013

Quegli scambi di identità tra Bitto e Bitto



Comunicato del Consorzio salvaguardia Bitto storico


Quegli scambi di identità tra Bitto e Bitto


Noi del Bitto storico ne abbiamo viste di tutti i colori, ci siamo visti contestare il diritto ad utilizzare la denominazione Bitto e siamo stati anche sanzionati per questo dal Ministero. Il motivo? Non abbiamo voluto tradire un metodo di produzione costante e tradizionale legato a uno specifico territorio, ovvero l'essenza di quello che dovrebbero tutelare le denominazioni di “origine”.


Siamo stati rimproverati di essere “trogloditi” perché, nel duemila, utilizziamo ancora il calecc. Da chi? Da chi ha poi riprodotto il calecc sulla pelure del Bitto non storico e abusa di questo simbolo in ogni salsa. Non parliamo dei volgari stratagemmi commerciali per spacciare per Bitto storico del Presidio Slow Food quello che non lo è. Passi. Nel commercio di frodi ce ne sono tante.


Ma c'è qualcosa che ancora riesce ad indignarci. Alla presentazione della Mostra del Bitto 2013, Renato Ciaponi, dimenticando di rappresentare anche l'istituzione locale (ovvero tutti), ha attribuito al Bitto del consorzio CTCB meriti che sono del Bitto storico. Non ci indignano tanto per questi comportamenti (ai quali negli anni ci siamo abituati), quanto per il fatto che nessuno in Valtellina, ancora oggi, alzi la voce per contestarli.


È il Bitto storico che, per la sua altissima qualità e per la sua storia senza compromessi, viene richiesto quale vera eccellenza del caseificio mondiale in America, Asia e Oceania. Non è il Bitto “istituzionale” che va nel mondo, nonostante i generosi contributi per spese promozionali (spesso pretesto di sprechi e mangerie).
Anche se dopati i brocchi non possono vincere il Gran Premio. Forse Ciaponi ha scambiato “mondo” con “supermercati” e il Bitto dei ganzi modernisti con il “Bitto storico” dei trogloditi. Una specie di allucinazione.


Non ci interessa scendere ancora in polemica con questi personaggi e queste istituzioni screditate, che con il bene comune hanno ormai poco a che fare. Hanno cercato di distruggerci ma non ci sono riusciti.
Hanno poi capito che noi siamo stati la loro salvezza perché abbiamo sostenuto l'immagine del Bitto mentre loro sfruttavano in modo parassitario la rendita di posizione di una reputazione storica prestigiosa in un'ottica commerciale di breve respiro.


Quello che continuiamo a non accettare è che non ci sia una reazione nei valtellinesi, anche nei tanti che conoscono la storia del Bitto e che dicono di sostenerci. Dovrebbe essere arrivata l'ora in cui certi comportamenti cialtroneschi di chi occupa le istituzioni non dovrebbero più essere fatti passare come cose normali e tollerabili.
Quanto a noi abbiamo combattuto per vent'anni e siamo ancora qui e abbiamo la pazienza di aspettare che la storia ci renda giustizia.

Il Consorzio per la tutela del Bitto storico
Via Nazionale, 21, Gerola Alta

Gerola alta, 18 ottobre 2013



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Etichette: Comunicato

mercoledì 25 settembre 2013

Lo "storico" sempre protagonista (a Cheese 2013)



Bitto storico a Cheese 2013: sempre da protagonista
 
Un premio al "merito della resistenza casearia" a Mosè Manni, decano dei produttori storici, che ha in attivo oltre 70 stagioni d'alpeggio
 
Gerola Alta (24.09.2013) 

Dal 20 al 23  settembre si è svolta, come avviene ormai da molti anni con cadenza biennale, Cheese 2013, la più importante fiera internazionale dei formaggi che trasforma le vie del della tranquilla cittadina del basso Piemonte in un brulicare di operatori, esperti e amanti del formaggio provenienti da tutto il mondo. Come ormai avviene da diverse edizioni a questa parte il Consorzio per la salvaguardia del Bitto storico ha giocato un ruolo da protagonista, promovendo non solo quello che è considerato dai massimi esperti del settore il "re dei formaggi" ma anche il territorio delle Orobie, la Valtellina e la Valbrembana.
 

Anche quest'anno un evento in particolare ha rappresentato un meritato riconoscimento per il Bitto storico. Nella giornatà di venerdi 20, a Mosè Manni classe 1933 con oltre 70 stagioni di lavoro presso l'alpeggio Trona Soliva, è stato conferito Il Premio della Resistenza Casearia, ritirato davanti ad un gremito pubblico dalla emozionata ventitreenne nipote Lucia che ogni anno segue il nonno in alpeggio per aiutarlo nel suo duro mestiere.



 


Presso la Banca del Vino dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, si è svolta la degustazione Valtellina in Verticale. Tutto esaurito per un evento unico nel suo genere, che ha visto la partecipazione esperti del settore di tutto il mondo. Sono state loro presentate 6 annate di Bitto Storico (2011, 2010, 2008, 2007, 2005, 2002) in abbinamento ad altrettanti Valtellina Superiore e Sforzato di cinque storiche aziende della valle. La degustazione guidata da Paolo Ciapparelli, responsabile del Consorzio per la salvaguardia Bitto Storico, e da Michele Forni, responsabile del Consorzio dei Vini di Valtellina.




Ma i Bitto storico guarda anche alle altre produzioni del territorio. All' "Arca del Gusto", ovvero l'arca dei formaggi da salvare, è stato portato dal Consorzio Salvaguardia Bitto Storico il Matusc', formaggio tradizionalmente prodotto durante la transumanza verso gli alpeggi delle Valli del Bitto che, un tempo, prevedeva periodi di "tappa" primaverile e autunnale nei maggenghi. 
Oggi la  monticazione avviene spesso direttamente dal fondovalle con mezzi a motore e così il Matusc' rischia l'estinzione (un articolo a riguardo è stato pubblicato sul quotidiano la Stampa in data 22 settembre).




Alla manifestazione era presente anche la Pro Loco di Gerola Alta che, con un gruppo di volontari in costume, ha mostrato al pubblico all'esterno del calèc' appositamento allestito gli antichi mestieri: la filatura della lana e il lavoro dei mastri falegnami.




La manifestazione è stata anche dal punto di vista commerciale un gran successo con un confortante "tutto esaurito" per il Bitto Storico. Tra le vendite da segnalare quella di 2 forme di 10 anni vendute a 100€ al chilo e andate oltralpe, acquistateda operatori francesi (che in fatto di ottimi formaggi se ne intendono).



Pubblicato da Michele Corti alle 01:36 Nessun commento:
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Etichette: Cheese, Matusc', Mosè Manni

domenica 15 settembre 2013

Intervento Ciapparelli alla Sagra del Bitto

Intervento di Paolo Ciapparelli (presidente Consorzio per la salvaguardia del Bitto storico) alla Sagra del Bitto di Gerola alta, 15 settebre 2015



Pubblicato da Michele Corti alle 13:46 Nessun commento:
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Etichette: Sagra bitto 2013

martedì 10 settembre 2013

Vi aspetto alla Sagra del Bitto

Venite alla Sagra del Bitto - Centro del Bitto aperto tutto il giorno - punto informativo presso PalaGerola

Domenica 15 settembre 2013 


Conoscere (e sostenere) il Bitto storico




Il protagonista della Sagra del Bitto è il Bitto storico. Quello prodotto sugli alpeggi delle Valli del Bitto (in particolare di Gerola) e di alcune valli limitrofe. Solo questo è il formaggio conosciuto da secoli e citato in importanti documenti scritti e pubblicazioni risalenti al '500 quale “Formaggio della Valle del Bitto”.


Il Bitto storico si continua a produrre dove si produceva in passato e con gli stessi metodi. Solo in alpeggio, aggiungendo dal 10 al 20% di latte di capra della locale razza Orobica, senza fermenti industriali, senza mangimi, mungendo a mano, lavorando il latte subito dopo la mungitura. Con il riconoscimento del Bitto quale formaggio a Denominazione di Origine Protetta (DOP) nel 1996 si decise di allargare enormemente l'area dove poteva essere prodotto il Bitto estendendola a tavolino a tutta la provincia di Sondrio. In più veniva reso facoltativo l'uso del latte di capra che ha sempre caratterizzato il formaggio degli alpeggi storici. I produttori dell'area storica, fedeli ai metodi tradizionali, vollero distinguersi dal resto della produzione utilizzando un marchio aggiuntivo “Valli del Bitto”.


Quando l'uso di questo marchio venne negato dal Ministero dell'agricoltura e il Consorzio del Bitto (e del Casera) decise di autorizzare l'uso dei mangimi per l'alimentazione delle mucche e i fermenti industriali per “pilotare” la caseificazione. I produttori per salvaguardare l'identità di una produzione uscirono per protesta dal Consorzio nel 2005. Oggi sono rientrati nel marchio DOP (per evitare le multe) ma hanno creato il loro Consorzio per la salvaguardia del Bitto storico. Il Consorzio è sostenuto dalla Società Valli del Bitto spa che non persegue fini di lucro e ritira una buona parte della produzione garantendo ai produttori un prezzo garantito e molto elevato. Essa gestisce la stagionatura nelle condizioni ottimali della casera del Cento del Bitto a Gerola alta e mette in commercio un prodotto selezionatissimo. Il Bitto storico – premiato all'Expo 1906 di Milano - rappresenta un esempio unico di fedeltà alla tradizione e di rifiuto di compromessi a danno della qualità ottenendo importanti riconoscimenti internazionali.


Potete sostenere questo prodotto definito da Slow Food “frutto di una resistenza eroica” acquistandolo presso il Centro del Bitto e sottoscrivendo le azioni (minimo 150 €) della Società Valli del Bitto che è costituita da centinaia di piccoli azionisti che condividono le finalità etiche del progetto che ha consentito al Bitto storico di poter essere dopo tanti secoli ancora il protagonista dell'eccellenza casearia.


Consorzio per la salvaguardia del Bitto storico


Sede: Centro del Bitto: Gerola Alta (SO) - via Nazionale, 31 - tel.+39 0342 690081
Presidente Paolo Ciapparelli cell.+39 334 3325366 e-mail:info@formaggiobitto.com
Pubblicato da Michele Corti alle 02:35 Nessun commento:
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Etichette: Sagra bitto 2013

mercoledì 28 agosto 2013

Sagra del Bitto (storico) 2013

Domenica 15 settembre 

a Gerola alta (provincia di Sondrio)
  
Sagra del Bitto


 Il Consorzio Salvaguardia Bitto storico vi invita a partecipare alla Sagra

Apertura mostre e musei -ore 10.00 S. Messa e benedizione formaggio - Pranzo con polenta taragna al PalaGerola o pranzo a base di Bitto storico presso i ristoranti locali- Intrattenimento con il gruppo tradizionale "Giaröi", musica, mercatini e attività per bambini e adulti 



SABATO 14 SETTEMBRE
 
Aspettando la Sagra del Bitto
 
Presso i ristoranti e i rifugi della zona pranzo o cena con menu a base di Bitto Storico, possibilità di pernottamento.
dalle 14.00 alle 18.00 e dalle 20.30 alle 22.30 Apertura mostre e visita ai luoghi caratteristici di Gerola e ai nuclei storici di Fenile e Castello.
alle 20.30 Nelle vie del paese sfilata del Gruppo Folcoristico “I Giaröi”.


 
DOMENICA 15 SETTEMBRE

Tradizionale Sagra del Bitto
 
dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00 apertura mostre e visita ai luoghi caratteristici di Gerola.
dalle 14.00 alle 18.00 visita ai nuclei storici di Fenile e Castello.
8.30 Ritrovo presso l’area attrezzata.
9.00 Sfi lata del Gruppo Folcloristico “I Giaröi” con “Gli Amìs de Dosena”
10.00 S. Messa nella Chiesa Parrocchiale.
11.00 Benedizione del formaggio Bitto e degustazione.
12.00 Pranzo a base di polenta taragna con Bitto Storico presso l’area Pro Loco o pranzo presso i ristoranti e i rifugi della zona con menù a tema.
14.30 Premiazione dei casari, pastori, cascìn e caprai di ogni alpeggio.
15.30 Esibizione Gruppo Folcloristico “I Giaröi” con “Gli Amìs de Dosena”, dimostrazione della
mungitura e della produzione di formaggio Bitto Storico e ricotta.
Inizio serata danzante con l’orchestra ”Parsifal”.
19.00 Cena in compagnia.



Per i programma completo   Locandina in PDF

info:PRO LOCO GEROLA ALTA
via Nazionale • Gerola Alta (So)
tel. 334 9152272 • prolocogerola@alice.it
Pubblicato da Michele Corti alle 01:00 Nessun commento:
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Etichette: Sagra bitto 2013

mercoledì 24 luglio 2013

Bitto storico a Singapore


Pubblicato da Michele Corti alle 03:47 Nessun commento:
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domenica 21 aprile 2013

Assemblea Valli del Bitto


 "Valli del Bitto" una spa etica che dovrebbe trovare imitatori

Dall'assemblea della Valli del Bitto spa tante importanti novità e annunci, un entusiasmo inossidabile dei soci ma anche la denuncia di un comportemento inaccettabile di un funzionario di regione Lombardia



(Gerola alta - SO - 21.04.2013) Si è svolta oggi l'assemblea della Società Valli del Bitto spa. La Valli del Bitto è una spa molto particolare. Una società che è un esempio di sostegno collettivo (community supported agriculture, dicono in America) ai piccoli produttori artigianali minacciati dalla standardizzazione industriale. La Valli del Bitto rappresenta  il braccio commerciale del Consorzio salvaguardia bitto storico che raggruppa i 14 alpeggi "ribelli" che continuano a produrre il Bitto (un formaggio, quello "della valle del Bitto", celebrato già nel XVI secolo) come una volta: senza fermenti industriali, senza mangimi, aggiungendo latte della capra autoctona di razza Orobica, mungendo a mano, curando il regime del pascolo con l'attenzione di un tempo. Un miracolo possibile grazie al sostegno di Slow Food e a quello di ben 92 soci che hanno versato di tasca loro 412 mila €, non per una speculazione, ma per difendere un patrimonio collettivo, un patrimonio storico, culturale e gastronomico. Di fatto i 92 soci della Valli del Bitto hanno deciso di "autotassarsi" per sostituirsi alle istituzioni che, non solo non hanno fatto nulla per salvare e valorizzare un formaggio che si è conquistato una reputazione mondiale, ma hanno fatto di tutto per farlo scomparire, per allinearlo (al basso) con il mediocre (detto dai principali critici gastronomici itaiani) Bitto del Consorzio. 

Una presenza di soci più numerosa degli anni scorsi

I soci che hanno gremito il piccolo Auditorium del Centro del Bitto di Gerola alta hanno ascoltato in silenzio la relazione del segretario, il commercialista morbegnese Simone Martinalli. Martinalli ha dovuto comunicare che anche quest'anno il bilancio registra una perdita dell'ordine di 10mila €. Una perdita dovuta all'interruzione del trend espansivo delle vendite registratosi negli anni precedenti che ha determinato, pur in un contesto di contrazione di costi, il passivo di bilancio. Martinalli ha però regalato ai soci una piccola sorpresa: l'attribuzione ad ogni socio di un buono, equivalente in valore all' 1% del capitale versato, per il ritiro di prodotti  (Bitto storico, "latteria" prodotto dai casari del bitto storico in inverno, burro, mascherpa, formaggi "alleati" delle Orobie bergamasche). È seguita la votazione con la quale all'unanimità è stato approvato il bilancio.


La lunga relazione del presidente Ciapparelli

Paolo Ciapparelli (da molti anni in trincea per difendere questo formaggio unico dall'omologazione industrialista), prendendo la parola in veste di presidente, non ha nascosto la commozione per la fiducia incrollabile che i soci ripongono nella società. Essa, anche nel 2012, ha visto l'adesione di nuovi soci, sempre più entusiasti. Ha subito anticipato di dover svolgere molti punti . Al di là degli aspetti commerciali sono stati toccati diversi temi "politici". Ciapparelli ha ricordato come la volontà della Società Valli del Bitto, tendente a rilanciare economicamente e socialmente la montagna e il paese di Gerola, abbia comportato un notevole sacrificio economico. "Ci siamo sostituiti alle istituzioni per fare promozione socio-economia del territorio pagando di tasca nostra e non abbiamo avuto neppure un riconoscimento per quello che abbiamo fatto" ha detto Ciapparelli.
Il presidente della Valli del Bitto spa ha proseguito riferendo che "Molti tra di voi mi chiedono perché insistiamo a mantenere questo Centro, con tanto di  negozio e di spazio per la cucina e le degustazioni, perché non spostiamo la vendita a valle dove potremmo facilmente moltiplicare per 3 o per 4 le vendite che, a Gerola, non potranno mai superare di molto i 100 mila €".  "Noi - ha continuato Ciapparelli - intendiamo tenere fede al nostro impegno, alla nostra missione. Però ci attendiamo un atteggiamento diverso dalle istituzioni, a partire dal comune di Gerola al quale abbiamo versato un canone di affitto di 200 mila € che non si giustifica con una logica commerciale dal momento che nel comune il commercio semplicemente non c'è".
A Gerola è in scadenza l'amministrazione comunale e Ciapparelli ha senza dubbio inteso lanciare un chiaro segnale. Il comune di Gerola ha un bilancio largamente in attivo grazie agli utili garantiti dalle centraline elettriche e, negli ultimi anni, ha finanziato opere (impianti sportivi, centro polifunzionalie) decisamente "fuori scala" e lussuosi. Il nuovo sindaco, chiunque esso sia, è avvisato: o ci saranno atti concreti a favore del Bitto storico o quest'ultimo prenderà in seria considerazione un "disimpegno" rispetto a Gerola.
Ciapparelli ha toccato anche il rapporto con le istituzioni: "Non abbiamo mai chiesto nulla ma d'ora in poi chideremo quello che spetta ai soggetti economici che operano nel campo delle produzioni agroalimentari tipiche e staremo a vedere le risposte delle istituzioni". Sul fronte di Slow Food, invece, il sostegno è - se possibile - sempre più forte. "Da Bra Carlin Petrini e Piero Sardo ci hanno concesso un privilegio unico: creare una Condotta Slow Food non su  base territoriale ma basata su un prodotto". "Si tratta di una straordinaria opportunità" ha proseguito Ciapparelli "che noi sapremo cogliere appieno, invitando tutti i nostri sostenitori e i nostri produttori a divenire soci di Slow Food e a creare una robusta Condotta del Bitto storico". Ciapparelli ha poi annunciato che è sua intenzione scommettere sui giovani e puntare su qualcuno a cui passare il testimone nel giro di pochi anni.


Al via i "Principi delle Orobie" pensando all'Expo

Il consigliere Michele Corti ha quindi riferito delle possibilità offerte dall' Expo 2015 e dalla concretizzazione del progetto "formaggi Principi delle Orobie". I "principi delle Orobie" stanno per divenire una realtà, un'associazione di imprese nel campo caseario a cui si aggregheranno imprese turistiche e operatori culturali".  Corti ha precisato che questa decisione è stata presa in una riunione il 9 aprile a Branzi. In questa riunione si è anche deciso di candidare i "Principi delle Orobie", o meglio le "vie dei formaggi Principi delle Orobie" per un progetto Expo in qualche modo caldeggiato dalla stessa Regione Lombardia. Quest'ultima, in un recente incontro presso Eupolis, l'ente di ricerca regionale, ha invitato i rappresentanti della Valtellina - già selezionata dalla Società Expo per un progetto pilota - a collaborare con i bergamaschi ma anche con i valsassinesi al fine di proporre un organico "pacchetto" integrante il Lago (di Como), Bergamo città d'arte, le Orobie e la Valtellina. Indipendentemente dalla disponibilità alla collaborazione degli enti valtellinesi i Principi delle Orobie - secondo quanto riferito dal consigliere Corti - non rinunceranno a mettere in piedi un loro progetto, sicuri di offrire proposte innovative e realmente spendibili. Proposte fortemente legate ai temi dell'Expo ed in grado di offrire esperienze autentiche, a contatto con la gente di montagna e agli autentici prodotti storici della montagna lombarda, a breve distanza da Milano, da Orio al Serio e dal Lago.

La Camera di Commercio sosterrà il crescente impegno sul fronte della promozione 

Ha concluso le relazioni dei consiglieri Gino Cattaneo, il patron del noto Hotel-Ristorante "la Brace".  Cattaneo ha riferito di un recentissimo incontro con il presidente e il segretario della Camera di Commercio di Sondrio. In questa sede ha fatto presente ai dirigenti camerali che il Bitto storico è sempre più presente a importanti eventi nazionali e internazionali dove svolge - pur senza ottenere nulla in cambio - la funzione di ambasciatore della Valtellina. Sino ad oggi la partecipazione alle Fiere è stata garantita dall'entusiasmo e dal volontariato, ma l'esigenza di disporre di servizi di interpretariato e di ruoli professionali pone il problema di costi crescenti ai quali l'ente camerale dovrebbe concorrere. I rappresentanti camerali si sono dichiarati disponibili. 

"La Dott.ssa Parma di Regione Lombardia è venuta per mettere i produttori contro il presidente e la società"

Non può essere sottaciuto un intervento di un socio, che è anche produttore e alpeggiatore. Intervendo sul tema del rapporto delle istituzioni ha testimoniato, nel corso dell'Assemblea, come, nell'incontro svoltosi a novembre tra i rappresentanti della Direzione Generale Agricoltura Lombardia (venuti qui al Centro del Bitto) e i produttori del Bitto storico, si sia verificato un episodio a dir poco sconcertante. Secondo questa testimonianza, resa oggi pubblicamente davanti a numerose persone, mentre il Dr. Paolo Baccolo (il Direttore Generale) si era dimostrato interessato a capire le ragioni del Bitto storico, la Dott.ssa Donatella Parma - oltre a manifestare apertamente la sua ostilità - durante una pausa della discussione avrebbe preso in disparte alcuni produttori e li avrebbe "consigliati" a non credere al presidente e ai rappresentanti della Valli del Bitto spa che, secondo la funzionaria, avrebbero "doppi fini" e perseguirebbero loro interessi particolari di natura commerciale.  Un vero insulto per persone che hanno impegnato soldi propri, tempo ed energie per sostenere un patrimonio collettivo che le istituzioni stavano gettando al vento per assecondare i poteri forti locali (mentre le stesse istituzioni trasferivano denari pubblici per finanziare tente iniziative inutili e perdenti).
Un fatto veramente inaccettabile perché un funzionario pubblico dovrebbe mantenere un atteggiamento imparziale e obiettivo. Qui invece, verosimilmente nell'interesse di altri soggetti economici (peraltro facilmente individuabili), un funzionario pubblico - pagato dal contribuente - si sarebbe spinto sino a esprimere giudizi, al limite della diffamazione con il fine di disgregare un Consorzio di produttori e una Società che li sostiene e che opera nella massima trasparenza (i bilanci di una spa sono richiedibili in Camera di Commercio) . Che alla Dott.ssa Parma il Bitto storico non sia simpatico lo si sapeva già. Lo ha manifestato più volte in incontri al Ministero e in Regione. Ma che si permetta di istigare dei produttori sostenendo che la loro società li inganna pare veramente oltre ogni misura. È evidente che una certa politica fallimentare ha delegato a dei funzionari (nemmemo a dei dirigenti) delle scelte politiche (l'ostilità contro il Bitto storico è una scelta politica) che sono il frutto della troppa "vicinanza" dei burocrati - che per troppi anni si occupano di un certo settore - con le lobby e i potentati che in questi settori "guidano le danze".  Tutto ciò non fa che confermare il senso della storia del Bitto storico. Nessuno si è scandalizzato più di tanto. 


L' entusiasmo dei soci della Valle del Bitto fa del Bitto storico un laboratorio sociale avanzato

Nel corso del successivo pranzo sociale i soci hanno continuato a manifestare il loro entusiasmo per la causa. Chi si è detto disponibile a contattare nuovi soci, chi nuovi potenziali acquirenti, chi a procedere in contatti con enti e politici (nonostante un certo scetticismo).
Qualcuno ha fatto subito un gesto concreto dichiarandosi disponibile ad adottare, come già fatto da alcuni soci, una manza o una vacca di razza Bruna Originale per contribuire all'aumento della consistenza di questa razza autoctona e "rottamare " la Brown Swiss, razza di pianura inadatta all'alpeggio ma imposta dalle istituzioni zootecniche (appoggiate da quelle politiche) per industrializzare anche l'allevamento di montagna ed eliminare i piccoli produttori.  
 Alla fine del pranzo molti soci hanno approfittato del "buono" per ritirare una partecipazione simbolica alla produzione. Con un bilancio in pareggio (cosa non impossibile allargando vendite e base sociale) si pensa di rendere più concreto questo "dividendo in natura", un segno in coerenza con il ruolo autentico di coproduttori che i soci di questa stranissima Spa rivestono. Ce ne fossero in Lombardia e in Italia di queste spa etiche per il rilancio dell'agricoltura!
Pubblicato da Michele Corti alle 11:56 Nessun commento:
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