Sabato
4 febbraio Paolo Massobrio, noto giornalista e critico enogastronomico,
ha fatto visita al Centro del Bitto storico a Gerola alta accompagnato
dalla moglie e da Francesca Traversi di Cosio giovane delegata del Club
papillon valtellinese. Massobrio non è solo il collaboratore di
quotidiani e riviste, l'autore della guida Golosario e di molte
pubblicazioni di vini ma
ha anche dato vita al movimento dei club di Papillon che intendono
valorizzare le originalità delle risorse gastronomiche territoriali e
dei valori della cultura popolare ad esse legate. La rivista Papillon,
diretta da Massobrio si definisce "di sopravvivenza gastronomica" e i
club organizzano momenti di aggregazione che si qualificano quali
iniziative di "resistenza umana". Con queste premesse era naturale
l'incontro tra Massobrio e i ribelli del Bitto, protagonisti della più
emblematica
esperienza di "resistenza casearia" che con la loro strenua opposizione
al "Bitto omologato" (sostenuta in maniera determinante di Slow Food)
hanno consentito la sopravvivenza di uno dei più preziosi tesori
gastronomici dell'Italia, delle Alpi, dell'Europa.
Svoltosi
nella massima cordialità l'incotro ha consentito di confermare una
grande sintonia di vedute. Paolo Ciapparelli ha illustrato a Massobrio
le tappe della vicenda Bitto ma la maggior parte della visita è stata
dedicata al "percorso guidato" nel Santuario del Bitto e alla
degustazione di tre Bitti storici: Trona soliva 2010 (casaro Antonella
Manni), Cavizzola
2007 (casaro Sonia Marioli), Ancogno solivo 2005 (casaro Carlo Duca).
Nella loro diversità i tre diversi "cru" esprimevano tutti l'identità
del Bitto storico (sotto Paolo impegnato nel taglio).
Al
Bitto storico sono stati accompagnati i salumi casalinghi (salame di
capra, slinzega e bresaola di bovino) di Enrico Ruffoni, casaro del
Centro del Bitto storico e onnipresente braccio destro di Ciapparelli
insieme in tante occasioni (foto sotto). Peccato non sia potuto essere
presente "il Gino", Gino Cattaneo patron de La Brace di Forcola e grande
sostenitore del Bitto storico.
Una giornata che segna l'allargamento dlela cerchia degli amici e
sostenitori del Bitto storico che si conferma come elemento in grado di
catalizzare l'attenzione di tante realtà anche diverse tra loro ma che
hanno in comune la convinzione che la questione cibo (buono) è la più
importante.
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