(24.10.12)
Bitto
storico bandiera dei presidi italiani ma i burocrati di Regione
Lombardia non perdono occasione per continuare la loro guerra contro lo
storico formaggio colpevole di rifiutare di piegarsi alle logiche
industriali
Bitto storico News N. 6
Sommario
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Editoriale
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Bitto storico bandiera dei presidi italiani
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Bitto storico: i burocrati/bravi manzoniani non rinunciano nelle loro angherie
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Bitto storico protagonista al Salone del Gusto
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Bitto storico protagonista di Formaggi in Piazza
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Robi Ronza al Centro del Bitto storico
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Mostra del Bitto: tentano di copiare il Bitto storico ma non ci riescono
Il
rischio
è di doversi ripetere. La burocrazia regionale (DG Agricoltura Regione
Lombardia) continua la sua guerra al Bitto storico incurante del fatto
che questo ostinato comportamento getta discredito sull'istituzione. È
vero che i produttori e i sostenitori del Bitto storico sono come dei
Davide contro Golia (prima di essere abbattuto dalla fionda) ma la loro
fama è ormai internazionale. Confermata dal ruolo di rappresentanza che
al Bitto storico viene sempre più riconosciuto da Slow
Food quale Presidio-bandiera, incarnazione al meglio dei principi del
cibo buono, pulito e giusto. Lo si è visto la sera del 23 ottobre alla
trasmissione "Che tempo che fa". Il giorno dopo dalla DG agricoltura
fanno sapere ai responsabili del Salone del Gusto che il Bitto storico
sovversivo e ribelle non può stare davanti allo Stand istituzionale
della Regione, deve traslocare dallo stand dei Presidi lombardi posto di
fronte a quello istituzionale perché "non gradito".
Di fronte alla minaccia di ritirare la persenza al Salone della
rappresentanza istituzionale lombarda i produttori storici accettano di
spostarsi di 50 m. Un vero e proprio sopruso, un ricatto bello e buono.
Un fatto surreale perché il Bitto storico è si ribelle ma non è un
criminale (è anche in regola con la Dop). Nello stesso giorno di questo
penoso e avvilente avvenimento un autorevole personaggio della Regione
Lombardia, Robi Ronza, che già in diverse occasioni si è
espresso a favore del Bitto storico ha visitato il Centro del Bitto di
Gerola Alta. E nei prossimi giuorni il "criminale" Bitto storico sarà
protagonista a Sondrio di Formaggi in piazza, manifestazione
promossa dal Comune di Sondrio. Chissà fino a quando la burocrazia - su
pressione delle lobby agroindustriali valtellinesi - continuerà a
combattere quella che lo stessoquotidiano di Sondrio (La Provincia)
definiva oggi "agricoltura eroica" in un articolo in cui si
parlava della presenza in RAI del Bitto storico insieme a Petrini e ai
rappresentanti dei presidi internazionali. Fino a quando gli "eroi"
devono essere trattati da malfattori e "gli altri" continuare a ricevere
contibuti lussuosi per una Mostra del Bitto "ufficiale" che si è
ridotta a copiare dal Bitto storico, senza riuscirci, formule
accattivanti per catturare visibibilità ?
A Che Tempo Che Fa
in onda lunedì 22 Ottobre alle 21.05 c'era Carlin Petrini a presentare
il Salone del Gusto con cinque delegazioni di presidi da tutto il mondo.
Tra di esse vi era quella di Bait al Karama associazione di cuoche
palestinesi che hanno simpatizzato con Paolo Ciapparelli presidente del
Consorzio
per la salvaguardia del Bitto storico e la giovanissima casara Cristina
Gusmeroli (18 anni). Paolo e Cristina purtroppo non hanno potuto parlare
perché la trasmissione era in forte ritardo. Però li hanno visti in
molti e molti hanno capito che Ciapparelli e i casari del Bitto storico
rappresentano l'emblema della resistenza casearia, dell'agricoltura
eroica che deve combattere contro i dragoni della globalizzazione, di un
sistema agroalimentare che vuole allungare i suoi tentacoli anche sulle
valli
alpine e non lasciare fuori dal suo dominio neppure gli alpeggi. In
questa ultima ridotta di resistenza del cibo buono, pulito e giusto il
Consorzio del Bitto (quello istituzionale) ha voluto introdurre i
mangimi e i fermenti caseari standardizzati. Ma la trincea degli alpeggi
storici non ha ceduto. E questo da un fastidio enorme alle grandi
latterie, agli industriali dell'alimentare valtellinese (e non solo).
Avranno avuto un bello schiaffo oggi a leggere La Provincia di Sondrio che
ha dedicato il
23 ottobre un articolo all'"Agricoltura eroica" rappresntata dal Bitto
storico mostrando una foto di Ciapparelli con una cuoca palestinese.
Mentre
a Torino fervevano i lavori per la preparazione degli stand del Salone
del Gusto, Paolo Ciapparelli, presidente del Consorzio del Bitto
storico, riceveva la mattina del 24 ottobre mentre si preparava a
partire per Torino una telefonata incredibile. Un esponente di Slow Food
gli comunicava che funzionari della DG agricoltura
della Regione Lombardia minacciavano di ritirare la presenza al Salone
se non fosse stato "spostato" il presidio del Bitto storico dallo stand
dei Presidi lombardi di fronte a quello istituzionale. Qualcuno dalle
parti del Consorzio del Bitto Dop e delle latterie aderenti deve aver
fatto pressione sulla Regione. Ciapparelli chiama quelli del Consorzio
"i brocchi", gente che ha bisogno dei contributi di mamma Regione, che
non si da da fare più di tanto, che è capace
di sbandierare la tradizione mentre fa di tutto per affossarla. Per loro
il Bitto storico, che fa tutto da sé senza aiuti e che aumenta sempre
più il proprio prestigio mondiale (per la qualità senza compromessi del
formaggio ma anche per la propria moralità), che non ha ceduto un
millimetro dai suoi principi è una spina nel fianco. Per senso di
responsabilità Ciapparelli ha accettato di spostarsi di 50 m. Ma
qualcuno per queste angherie dovrà rendere conto.
Cosa dice la politica di una burocrazia che combatte da anni con
accanimento un piccolo gruppo di produttori di montagna? Sarà un piccolo
scandalo rispetto ad altri ma certo non migliora l'immagine
dell'istituzione. Di certo non è un fatto isolato. Al convegno: La zootecnia da latte di montagna, prospettive e opportunità organizzato dalla Direzione Generale Agricoltura della
Regione Lombardia durante la Mostra del Bitto ("di regime") il 12 ottobre a Morbegno c'era
stato un poco simpatico precedente. L'assessore provinciale De Stefani,
noto "amico" del Bitto storico (passerà alla storia come quello che
voleva combattere il Bitto storico a colpi di ispezioni della
"repressione frodi") aveva posto il veto alla partecipazione al
convegno, come relatore, di Fausto Gusmeroli, noto ed apprezzato ricercatore all'Ist. Fojanini di Sondrio proprio
nel campo delle produzioni foraggere e zootecniche. Al suo posto era stato chiamato Antonio Tirelli, presidente a amministratore delegato della catena Iperal
di ipermercati. Una scelta che la dice lunga su una Regione che subisce
veti inaccettabili nell'ambito di un evento da lei organizzato
nell'ambito di una Mostra sponsorizzata con centinaia di migliaia di
euro.
"Allontanato"
dalla posizione prevista (dirimpetto allo stand istituzionale della
Regione Lombardia) per non consentire il confronto diretto con il Bitto
"ufficiale" (di regime verrebbe voglia di dire), il Bitto storico si
prenderà al Salone del Gusto una serie di rivincite. Sarà il Bitto
storico
il protagonista, insieme ad altri 9 prodotti di eccellenza mondiale" di
Alti connubi ovvero abbinamenti prestigiosi tra cibi e vini. Quello del
Bitto storico sarà con i rossi di Valtellina (cantina Arpepe emblema
della tradizione enologica valtellinese). Domenica 28 Ottobre h. 13:00
sala Incontri con l’Autore.
Il
Bitto storico già lo scorso anno è stato protagonista dell'evento
"Formaggi in piazza" che con una spesa di poche migliaia di euro da
parte del Comune di Sondrio aveva attirato più visitatori della Mostra
del Bitto (quella ufficiale, "di regime") sponsorizzata con centinaia di
migliaia
di euro dalla Regione. Quest'anno si conferma la presenza dei "ribelli
del Bitto" alla manifestazione e ci sarà (3 mattina presso il Centro le
Volte ex Enologica) un Convegno sull'agricoltura bio e le sue
prospettive in Valtellina. Il Bitto storico che è "bio di fatto" non può
che essere partecipe e protagonista anche di questo nascente movimento
per l'agricoltura bio.
Tra i vari eventi della vigila del Salone del Gusto si registra anche la visita (24 ottobre) di Robi Ronza (foto sopra con Paolo Ciapparelli), direttore della rivista Confronti della
Regione Lombardia. Proprio durante la visita Ciapparelli ha reso noto
il "fattaccio" delle pressioni della DG Agricoltura per
allontanare lo stand del Bitto storico da quello istituzionale (vedi
sopra). Ronza in varie occasioni ha manifestato la sua simpatia per la
causa del Bitto storico ospitando a più riprese interventi sul tema. Ha
anche osservato che se, nella struttura burocratica c'è chi osteggia il
Bitto storico, c'è comunque anche un forte interesse per il Bitto
storico come conferma la ricerca, recentemente eseguita da Eupolis (ente
di ricerca della regione) su commissione del Consiglio regionale,
su sei realtà di "luoghi identitari del cibo". Compreso il Bitto
storico. Con Ronza, esperto di problemi internazionali, si è parlato
anche delle prospettive di commercializzazione del Bitto storico
nell'estremo oriente.
Alla
Mostra del Bitto ufficiale i responsabili del Consorzio sono ancora
caduti nella smimmiottatura del Bitto storico. Credono che basti
copiare. Ma il Bitto storico ha un'anima, non è un prodotto fatto con
mangimi e fermenti standardizzati. È un'altra cosa. Così hanno cercato
di replicare i successi delle
Aste del Biitto storico a Cheese (lo scorso anno a Bra). Nonostante
l'ingaggio di un grande amico del Bitto storico come Bigazzi
(Beppe perché lo hai fatto?) l'asta ha avuto miseri risultati. Invidiosi
della visibilità dei giovani casari del Bitto storico (Cristina
Gusmeroli, 18 anni e ha cominciato a 15; Dino Papini 17 ma ha cominciato a 15) quelli del Consorzio hanno
sbandierato la persenza nelle loro file di un casaro di 15 anni. A loro
manca la fantasia.
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